9 aprile 2025 - Mentre si continua a sognare un futuro in cui le merci viaggiano prevalentemente su rotaia, la realtà del trasporto logistico in Italia è ben diversa e profondamente radicata nell'autotrasporto. A lanciare l'allarme è Davide Falteri, Presidente di Federlogistica, che in un intervento sottolinea come si stia inseguendo un "mito ferroviario" a discapito di interventi urgenti e necessari per sostenere un settore vitale per l'economia nazionale.
Parafrasando il celebre titolo di una rubrica enigmistica, "Forse non tutti sanno" quanto l'Italia dipenda ancora oggi dai camion per il movimento delle merci. L'illusione di una rapida transizione verso la ferrovia, spesso evocata come panacea di tutti i mali, si scontra con dati inequivocabili. "Un dato per tutti – precisa Falteri – anche costruendo tutte le infrastrutture ferroviarie progettate o in cantiere, dal Terzo Valico alla Napoli-Bari, dal Brennero alla Tav Torino-Lione, la quota parte di merci che si riuscirebbe a spostare dalle strade alla ferrovia varierebbe dal 2,5 al 3,5%". Un risultato certamente non trascurabile, ma insufficiente a ribaltare l'attuale scenario in cui solo il 12% delle merci viaggia su treno, lasciando il restante (con la parziale eccezione delle autostrade del mare) nelle mani dell'autotrasporto.
Federlogistica non si erge a paladina di una singola modalità di trasporto, ma intende "segnalare un rischio incombente sul sistema Paese". Se un tempo l'autotrasporto veniva preferito alla ferrovia per la sua maggiore flessibilità operativa, oggi i camion sono spesso scelti per via di "livelli tariffari bassissimi incompatibili con la sopravvivenza delle aziende e specialmente con la sicurezza". Una situazione allarmante che ha trovato una drammatica conferma nei recenti controlli della Polizia Stradale in Veneto e Friuli, dove su 300 veicoli pesanti fermati, ben 200 sono stati sanzionati e in tre casi si è proceduto all'arresto degli autisti.
"Quello che Federlogistica intende fare non è una campagna sindacale, ma una segnalazione al governo: l’asse portante della mobilità delle merci in Italia, rischia di collassare sia per il nanismo imprenditoriale, sia per la violazione metodica di norme di legge e quindi per lo stato di salute delle aziende del settore diventate soggetti passivi in un Paese che insegue il mito dello shift modale spesso non sapendo neppure di cosa si parli",
conclude con preoccupazione il Presidente Falteri.
L'appello è chiaro: senza interventi concreti a sostegno dell'autotrasporto, ignorare la sua centralità e concentrarsi unicamente su un ambizioso, ma nel breve termine limitato, "shift modale" rischia di paralizzare l'intera economia italiana. È necessario un approccio più pragmatico e una visione integrata della logistica, che valorizzi il ruolo insostituibile dell'autotrasporto e ne garantisca la sostenibilità e la sicurezza.