18 aprile 2025 - Il 2 aprile 2025, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l’introduzione di dazi “reciproci”: a partire dal 10 aprile, i prodotti importati dalla Cina sono tassati con un’aliquota del 130%. Le misure annunciate durante il "Liberation Day" prevedono anche un dazio minimo universale del 10%. Inizialmente, gli Stati Uniti avevano previsto dazi mirati verso oltre 50 Paesi con i maggiori disavanzi commerciali ma è stata successivamente annunciata una sospensione di 90 giorni per tutti tranne per la Cina.
Questi Paesi vedranno dunque un aumento di +10 punti
percentuali, mentre, la Cina dovrà affrontare un incremento a tre cifre.
Considerando le esclusioni settoriali previste nell’Executive Order (come
semiconduttori, farmaceutici, rame e minerali), il dazio effettivo medio
applicato alla Cina è ora del 130%, mentre per l’Unione Europea si attesta al
9%.
Nel complesso, il tasso medio dei dazi statunitensi sulle
importazioni globali ha raggiunto il 25,5%, il livello più alto dai primi anni
del Novecento. Si ipotizza che eventuali accordi bilaterali possano ridurre
questo tasso al 10,2% entro il quarto trimestre del 2025.
Crescita mondiale rallentata
La crescita del PIL globale rallenterà nel 2025 al +2,3%,
il livello più basso dalla pandemia. L’attuale livello di incertezza globale è
paragonabile a quello vissuto durante il Covid-19.
Negli Stati Uniti ci si aspetta una lieve recessione tra
il primo e il terzo trimestre del 2025 (-0,5% cumulativo), con una crescita
annuale contenuta allo +0,8%. Le cause principali sono: dazi più elevati,
tensioni commerciali e ritorsioni da parte della Cina.
Anche l’Europa risentirà del rallentamento statunitense e
delle restrizioni commerciali, nonostante lo stimolo fiscale tedesco e
l’aumento delle spese per la Difesa. Le previsioni di crescita sono state
riviste al ribasso a +0,8% nel 2025 e +1,5% nel 2026. Le famiglie, sempre più
preoccupate, tenderanno ad aumentare il risparmio precauzionale, penalizzando
ulteriormente i consumi.