12 aprile 2025 - I decisori riuniti a Londra hanno concordato per la prima volta un quadro normativo che spingerà le navi ad abbandonare i combustibili fossili. T&E avverte che le regole - così come sono - porteranno a un massiccio aumento nell’uso di biocarburanti di prima generazione, che causano deforestazione e un aumento delle emissioni.
“I negoziatori dell’organismo marittimo delle Nazioni
Unite (IMO, International Maritime Organization) sono riusciti a trovare un
accordo che potrebbe salvare il multilateralismo, ma che rischia di provocare
la distruzione delle foreste pluviali incentivando l’uso di biocarburanti di
prima generazione (come l’olio di palma o di soia)”. Questo l’allarme lanciato
da Transport & Environment secondo cui la misura non sarà sufficiente a
raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dallo stesso organo
delle Nazioni Unite appena due anni fa.
Nel 2023, l’IMO - che rappresenta il trasporto marittimo
mondiale - si era infatti impegnata a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni
nette entro il 2050, con degli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni
del 30% al 2030 e dell’80% al 2040. L’incontro di questa settimana avrebbe
dovuto stabilire regole chiare e vincolanti per aiutare gli Stati membri a
raggiungere tali traguardi. Tuttavia, le misure appena approvate permetteranno,
nel migliore dei casi, di conseguire riduzioni delle emissioni ben inferiori:
appena il 10% al 2030, il 60% al 2040 e raggiungere l’obiettivo di zero
emissioni nette al 2050, secondo T&E.