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Italia punta sui mercati extra-UE: presentato il Piano d’Azione


22 marzo 2025 - Il 21 marzo 2025, nella prestigiosa cornice di Villa Madama a Roma, il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha presentato il "Piano d’azione per l’export italiano nei mercati extra-UE ad alto potenziale". Questo pacchetto di iniziative punta a rafforzare la presenza delle imprese italiane in mercati emergenti al di fuori dell'Unione Europea, integrando strumenti promozionali offerti dal Ministero degli Affari Esteri, dall'ICE - Italian Trade Agency, da SIMEST, SACE e Cassa Depositi e Prestiti (CDP).

Obiettivi del Piano d'Azione

Il Piano ha l'obiettivo di "diversificare le destinazioni dell'export italiano, riducendo la dipendenza dai mercati tradizionali" e affrontando le sfide delle nuove politiche commerciali internazionali. In particolare, il governo intende contrastare "gli effetti dei recenti dazi imposti dagli Stati Uniti", orientando le esportazioni verso Paesi ad alto potenziale come "Brasile, Arabia Saudita e le nazioni dell'ASEAN". L'obiettivo dichiarato è di portare l'export italiano dagli attuali "623,5 miliardi di euro del 2024 a 700 miliardi entro la fine della legislatura".

Il Ruolo Strategico dell'Economia del Mare

Durante la presentazione, Mario Mattioli, Presidente della Federazione del Mare, ha evidenziato che "finalmente dopo tanti anni il mare è al centro dell'Agenda del Governo", con l'istituzione del Ministero per le Politiche del Mare. Ha sottolineato l'importanza dell'economia marittima, che "con 65 miliardi di valore diretto genera un indotto di circa 113 miliardi" e coinvolge "circa 230 mila aziende" dando lavoro a "un milione e 50 mila unità". A livello globale, il trasporto marittimo rappresenta "il 90% del volume totale delle merci scambiate, pari al 70% in termini di valore".

Sfide e Opportunità per i Porti Italiani

Nonostante la rilevanza del settore, l'Italia deve affrontare un "gap logistico di circa 96 miliardi l'anno", un valore equivalente a "due Leggi Finanziarie". Mattioli ha sottolineato la necessità di "accelerare la modernizzazione dei porti, rendendoli non solo più sostenibili, ma anche più interconnessi con il sistema logistico nazionale ed europeo". Inoltre, ha evidenziato che "la crescente competizione con i porti del Nord Europa richiede politiche mirate a valorizzare il Mediterraneo come centro nevralgico per il traffico internazionale".

Riforme e Prospettive Future

Affinché il rilancio della competitività del Paese sia efficace, Mattioli ha ribadito che "le riforme annunciate devono essere effettivamente attuate". Ha poi aggiunto: "Il rispetto dei tempi di esecuzione delle grandi opere realizzate in deroga alle norme vigenti mi fa auspicare - paradossalmente - che la deroga diventi una sorta di normalità". Inoltre, ha sottolineato l'importanza che "il Ministero delle Politiche del Mare venga sempre più strutturato attraverso l'interrelazione con tutti gli altri dicasteri che si occupano di tematiche marittime".

Mattioli ha concluso con un messaggio chiaro: "Dovremmo imparare a guardare alla #blueeconomy come il vero modello di economia sostenibile". Tuttavia, ha avvertito che per realizzare questo obiettivo "occorrono ancora stretti rapporti con enti finanziari e di sviluppo, con nuove regole che possano consentire l’accesso ai fondi necessari".

Il "Piano d’azione per l’export italiano nei mercati extra-UE ad alto potenziale" rappresenta un passo significativo per rafforzare la presenza italiana nei mercati emergenti. Parallelamente, l'attenzione all'economia del mare e la modernizzazione delle infrastrutture portuali restano elementi chiave per garantire la competitività dell’Italia nello scenario globale.

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