3 febbraio 2025 - Ogni anno, l'organizzazione non governativa Shipbreaking Platform pubblica un rapporto dettagliato sulle navi demolite in tutto il mondo, con un focus particolare sulle pratiche di demolizione pericolose e inquinanti. Il rapporto mette in luce come molte navi, incluse alcune italiane, finiscano per essere smantellate in condizioni di lavoro precarie e con gravi rischi per l'ambiente, spesso sulle spiagge dell'Asia meridionale.
Il rapporto di Shipbreaking Platform rivela che nel corso
del 2024 sono state nove le navi "italiane" che hanno concluso il
loro ciclo di vita nei cantieri di demolizione, tutte situate ad Aliaga, in
Turchia. Questa località è tristemente nota per le sue pratiche di demolizione
navale che spesso non rispettano gli standard di sicurezza e ambientali.
Tra le navi italiane demolite, spiccano traghetti di note
compagnie come Moby e Corsica Ferries, ma anche unità della Marina Militare. La
presenza di queste ultime solleva interrogativi sull'adeguatezza dei processi
di smaltimento delle navi militari e sulla necessità di garantire che anche
queste unità vengano demolite in modo sicuro e responsabile.
Il rapporto di Shipbreaking Platform sottolinea come
l'industria della demolizione navale sia spesso caratterizzata da condizioni di
lavoro pericolose, con operai esposti a sostanze tossiche e rischi di
incidenti. Inoltre, le pratiche di demolizione inadeguate possono causare gravi
danni all'ambiente, con la dispersione di materiali inquinanti in mare e sulle
coste.
L'organizzazione non governativa chiede maggiore
trasparenza e responsabilità da parte delle compagnie armatrici, affinché si
impegnino a smaltire le proprie navi in modo sicuro e sostenibile, nel rispetto
dei diritti dei lavoratori e dell'ambiente. Il rapporto di Shipbreaking
Platform rappresenta un importante strumento di monitoraggio e denuncia, che
mira a sensibilizzare l'opinione pubblica e a promuovere pratiche di
demolizione navale più responsabili.
La situazione delle navi italiane demolite ad Aliaga
evidenzia la necessità di un maggiore impegno da parte delle autorità e delle
compagnie armatrici per garantire che le navi a fine vita vengano smaltite in
modo sicuro e sostenibile. L'Italia, in quanto paese marittimo con una lunga
tradizione navale, ha la responsabilità di dare l'esempio e di promuovere
pratiche di demolizione navale che rispettino i diritti dei lavoratori e
l'ambiente.