24 febbraio 2025 - Più di 50.000.000 di container in circolazione nel mondo, 250 milioni oggetto di trasporto, a fronte di una capacità di quasi 14 milioni di container da 20 piedi della sola flotta esistente di navi specializzate. Ma questi container, diventati l’elemento centrale nel trasporto, specie di beni lavorati e finiti, nel mondo producono anche, secondo le valutazioni sulla loro sinistrosità, qualcosa come 6 miliardi di dollari all’anno di danni al comparto della logistica mondiale.
Ciò essenzialmente per fissaggi male effettuati, errata disposizione dei carichi e dei pesi al loro interno, danni indotti a camion e treni che li trasportano, nonché a infrastrutture portuali e centri merci, documentazione insufficiente che ne provoca il blocco specie nei Paesi che applicano le norme più stringenti per il loro controllo.
È contro questo monte crescente di rischi e quindi di
danni che Bureau Veritas Italia si prepara a lanciare la sua sfida finalizzata
ad abbattere i costi della sinistrosità, mettendo a disposizione del mercato
uno strumento di garanzia che permette di abbassare il rischio, grazie ai
criteri di sicurezza condensati in 34 punti di una check list del Centro
Italiano Studi Containers, derivata dal Codice CTU e quindi nel certificato
Container Loading Assessment rilasciato da Bureau Veritas.
Un attestato frutto di verifiche fisiche, ma anche di un
lavoro di interfaccia e di collaborazione con le compagnie che gestiscono i
container (incluse le società di leasing). In linea teorica tutti i container
dovrebbero essere verificati, dopo i primi 5 anni dalla loro produzione, almeno
ogni 30 mesi per il controllo delle loro condizioni di sicurezza e nei paesi
sottoscrittori della Convention, l’assenza del certificato CSC (Convention For
Safe Container che attesta i requisiti e le condizioni di sicurezza del
contenitore) è causa di un blocco del container stesso che non può essere né
utilizzato né immesso in centri merci.