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I nuovi dazi USA: un'analisi di Spediporto

27 gennaio 2025 - Recentemente Spediporto ha pubblicato un approfondimento del Direttore Generale Giampaolo Botta circa la recente elezione di un nuovo presidente degli Stati Uniti e le sue dichiarazioni in merito all'introduzione di dazi sulle importazioni. Queste hanno innescato un dibattito a livello globale sulle potenziali conseguenze per l'economia internazionale. L'Italia, in particolare, potrebbe subire un impatto significativo a causa della sua forte dipendenza dalle esportazioni verso gli Stati Uniti. Secondo le stime di diversi studi economici, l'introduzione di dazi sulle importazioni statunitensi potrebbe avere un impatto negativo sull'export italiano, in particolare nei settori dei macchinari, delle apparecchiature e dei prodotti chimici, che rappresentano una quota significativa delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti.  Un'analisi condotta dal Grantham Research Institute stima che un aumento dei dazi del 10% su tutti i beni importati negli Stati Uniti potrebbe causare una contrazione dello 0,11% del PIL dell'Unione Europea, con la Germania a subire le conseguenze più pesanti a causa della sua forte dipendenza dal settore automobilistico. L'Italia, pur subendo un impatto minore, potrebbe registrare una contrazione dello 0,01% del PIL.  Le ripercussioni dei dazi si faranno sentire anche sul settore marittimo. Secondo un rapporto della European Maritime Transport Agency (EMTA), una contrazione del 10% delle esportazioni verso gli Stati Uniti potrebbe ridurre il PIL marittimo europeo del 3-5%.  Oltre ai dazi, un'altra questione che potrebbe influenzare le relazioni commerciali tra Stati Uniti e Europa riguarda il gas naturale liquefatto (GNL). Gli Stati Uniti sono diventati il principale fornitore di GNL per l'Unione Europea, e un eventuale aumento dei prezzi di questo combustibile potrebbe avere ripercussioni significative sui costi di produzione delle imprese europee.

27 gennaio 2025 - Recentemente Spediporto ha pubblicato un approfondimento del Direttore Generale Giampaolo Botta circa la recente elezione di un nuovo presidente degli Stati Uniti e le sue dichiarazioni in merito all'introduzione di dazi sulle importazioni. Queste hanno innescato un dibattito a livello globale sulle potenziali conseguenze per l'economia internazionale. 

L'Italia, in particolare, potrebbe subire un impatto significativo a causa della sua forte dipendenza dalle esportazioni verso gli Stati Uniti. Secondo le stime di diversi studi economici, l'introduzione di dazi sulle importazioni statunitensi potrebbe avere un impatto negativo sull'export italiano, in particolare nei settori dei macchinari, delle apparecchiature e dei prodotti chimici, che rappresentano una quota significativa delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti. 

 Un'analisi condotta dal Grantham Research Institute stima che un aumento dei dazi del 10% su tutti i beni importati negli Stati Uniti potrebbe causare una contrazione dello 0,11% del PIL dell'Unione Europea, con la Germania a subire le conseguenze più pesanti a causa della sua forte dipendenza dal settore automobilistico. L'Italia, pur subendo un impatto minore, potrebbe registrare una contrazione dello 0,01% del PIL. Le ripercussioni dei dazi si faranno sentire anche sul settore marittimo. 

Secondo un rapporto della European Maritime Transport Agency (EMTA), una contrazione del 10% delle esportazioni verso gli Stati Uniti potrebbe ridurre il PIL marittimo europeo del 3-5%. Oltre ai dazi, un'altra questione che potrebbe influenzare le relazioni commerciali tra Stati Uniti e Europa riguarda il gas naturale liquefatto (GNL). Gli Stati Uniti sono diventati il principale fornitore di GNL per l'Unione Europea, e un eventuale aumento dei prezzi di questo combustibile potrebbe avere ripercussioni significative sui costi di produzione delle imprese europee.

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