15 gennaio - IMAT ha presentato in anteprima la sua nuova sede tecnica nell’ambito della conferenza stampa di inizio anno in cui ha tracciato il bilancio del 2024 e illustrato la sua proposta innovativa di training basato su sistemi navali reali portati a terra.
L’Academy di Castel Volturno, principale centro di
formazione marittimi italiano, ha confermato l’anno scorso la strada intrapresa
su lungo termine nell’investimento in nuove tecnologie e nell’internazionalizzazione,
frutto dei contratti a lunga scadenza che la vedono impegnata con le principali
compagnie commerciali, passeggeri e crocieristiche a livello mondiale. Uno
sforzo che si è tradotto in una crescita del numero di corsi erogati, dalle
certificazioni obbligatorie STCW ai pacchetti avanzati sviluppati sulle
specifiche esigenze delle società armatoriali, e dei marittimi formati.
«Abbiamo contratti in essere per oltre 4mila navi, il che
significa servire circa il 7% della flotta mondiale» ha confermato il Capitano
Rosario Trapanese, Director New Development and Strategy di IMAT. «Le
certificazioni riconosciute si attestano sulle 40mila, con una partecipazione
che vede coinvolte più di un centinaio di nazionalità. Una crescita che, insieme
ai consistenti investimenti in nuove tecnologie, si è riflessa anche sulla
composizione del personale tecnico: nel nostro team di istruttori sono entrati
altre venti professionisti del settore».
«Per quanto sofisticate, le attività svolte in regime di simulazione
non bastano più. La nostra idea è quella di sviluppare le competenze attraverso
esperienze il più possibile reali, mettendo a disposizione dei corsisti i
comandi, le apparecchiature e i sistemi tecnologici presenti e futuri che
troveranno a bordo delle navi».
Da qui la realizzazione della nuova sede tecnica di IMAT,
dotata di ponti di comando in scala 1:1 degli ambienti operativi. La struttura
è dotata di un ponte di comando da 37 metri e 100 tonnellate di peso in una
sala da 1.500 metri quadri collegato ad una centrale macchina gestita da otto
operatori in contemporanea. Quest’ultima, oltre ad essere collegata con il
ponte di comando, è collegata anche all’intero sistema di automazione nave, ai
due motori ed i relativi impianti, costituendo un vero e proprio sistema nave
per le attività di Vessel Resource Management (VRM). Ma reali sono anche i
motori: uno dual fuel da 16 megawatt, 230 tonnellate di peso, collegato ai
sistemi ausiliari. Oltre una seconda sala macchine con un motore da 2,7 megawatt,
con la possibilità di caricare 0,5 megawatt di batterie al litio (unica sala
macchine Hybrid in Europa).