2 gennaio 2025 - Il Capodanno italiano si tinge di bollicine con oltre 100 milioni di tappi di spumante Made in Italy che saltano durante le festività. È quanto emerge da un’analisi Coldiretti basata su dati Ismea-Ui e Ixe’, che evidenzia come l’83% delle tavole italiane – dai cenoni casalinghi ai ristoranti e agriturismi – celebri l’arrivo del nuovo anno con un calice di spumante italiano.
Spumante: una tradizione in crescita
La notte di San Silvestro registra un aumento del 2%
rispetto al 2023, segnando una netta preferenza per le bollicine italiane
rispetto allo champagne francese, in calo dell’8%.
Tra le eccellenze nazionali, il Prosecco domina la scena
con una quota di mercato che sfiora il 70% della produzione complessiva.
Tuttavia, la varietà offerta dal panorama enologico italiano si amplia sempre
di più, includendo grandi nomi come Franciacorta, Asti e Trento Doc, ma anche
una ricca gamma di spumanti provenienti da piccole cantine disseminate in tutto
il territorio.
Il successo delle bollicine italiane non si limita alle
etichette più conosciute. Cresce infatti la presenza di prodotti di nicchia e
vini regionali che valorizzano il terroir delle diverse zone d’Italia. Tra le
produzioni emergenti troviamo il Trebbiano e il Verdicchio delle Marche, il
Moscato e il Barbera d’Asti, il Nero d’Avola e il Grillo siciliani, la
Falanghina campana, il Durello veneto e il Vermentino ligure. Questi vini
rappresentano non solo una proposta alternativa ma anche un simbolo di identità
e tradizione locale, che continua a conquistare appassionati e intenditori.
Bollicine italiane: un successo globale
L’apprezzamento per lo spumante italiano non si ferma ai
confini nazionali. Nel 2024, le esportazioni hanno raggiunto il record di 2,3
miliardi di euro, segnando un incremento del 9% rispetto all’anno precedente.
Gli Stati Uniti si confermano il mercato estero più dinamico, con un aumento
del 15%, seguiti da Germania (+6%) e Gran Bretagna (+3%).
Sorprendentemente, il successo si estende anche a mercati
tradizionalmente fedeli allo champagne, come la Francia (+7%), e a contesti
geopolitici complessi come la Russia (+62%), dove lo spumante italiano figura
tra i pochi prodotti non soggetti a embargo.