14 dicembre 2024 - Il riciclo delle batterie potrebbe consentire all'Europa di ridurre fino a un quarto la sua dipendenza dalle importazioni di minerali per batterie entro la fine del decennio. Questo quanto emerge da un nuovo studio di Transport & Environment (T&E), la principale organizzazione europea in materia di decarbonizzazione dei trasporti. I materiali provenienti dalle batterie a fine vita e dagli scarti delle gigafactory, potrebbero essere sufficienti, nel 2030, per la produzione europea di un massimo di 2,4 milioni di veicoli elettrici (BEV). Ma, secondo T&E, c’è il rischio che l'UE e il Regno Unito non sfruttino appieno questo potenziale: dovranno mettere in sicurezza progetti industriali di riciclo che rischiano oggi di essere cancellati.
Riciclo batterie potrebbe portare l’UE a essere quasi
autosufficiente sul cobalto nel 2040. Secondo lo studio, il riciclo delle celle
esauste e degli scarti di produzione potrebbe fornire il 14% del litio, il 16%
del nichel, il 17% del manganese e un quarto (25%) del cobalto di cui l'Europa
avrà bisogno per la produzione di auto elettriche nel 2030. Oltre tale data,
queste percentuali potrebbero aumentare sensibilmente, e l’Europa - secondo lo
studio - avrebbe il potenziale per divenire quasi autosufficiente, nel 2040,
per quanto riguarda il cobalto.
T&E: Se Europa rispetterà i piani di riciclo di
batterie ridurrà la sua dipendenza dai metalli”. Andrea Boraschi, direttore di
T&E Italia, ha dichiarato: “Se l'Europa riuscirà a confermare e rispettare
i suoi piani sul riciclo delle batterie, potrà ridurre sensibilmente la sua
dipendenza dai metalli critici importati. I volumi che si prevede di ricavare
dalla filiera del riciclo potranno garantire all’industria europea materie
sufficienti per la produzione di milioni di auto elettriche”.
Riciclo batterie ridurrà anche il fabbisogno di materie
prime. Il recupero dei materiali delle batterie ridurrà anche il fabbisogno di
materie prime. Secondo la ricerca, i volumi ottenuti dal riciclo potrebbero
evitare, entro il 2040 e su scala globale, la realizzazione di 12 nuove
miniere: quattro di litio, tre di nichel, quattro di cobalto e una di
manganese. Ciò ridurrebbe anche i potenziali impatti negativi sull'acqua, sul
suolo e sulla biodiversità derivanti da tali attività estrattive.