5 novembre 2024 - Bureau Veritas accende i riflettori sull’adozione, resa obbligatoria dal nuovo Codice degli appalti, della metodologia BIM basata su un modello digitale intelligente dell’edificio.
Già ieri, per la miriade di stazioni appaltanti italiane,
spesso medio piccole, che si trovano alle prese con metodologie, tempi e
magnitudo dei progetti PNRR (ad aprile 2024 si parla di circa 20.000 Soggetti
attuatori e circa 250.000 progetti) la crisi di nervi era dietro l’angolo. Ora
con la norma contenuta nel nuovo Codice degli appalti che fissa per tutti i
progetti di valore superiore ad una certa soglia l’adozione obbligatoria del
BIM, a partire dal primo gennaio 2025, il collasso (nel silenzio globale di
istituzioni e di imprese) potrebbe diventare una realtà diffusa. Inizialmente
fissata per la maggior parte delle opere ad un milione di euro, la soglia
potrebbe ora essere elevata a 2 milioni di euro in base allo schema di decreto
legislativo correttivo del Codice degli appalti, approvato dal Consiglio dei
Ministri il 21 ottobre 2024 che sarà sottoposto all’esame della Conferenza
unificata e del Parlamento.
L’impatto sul nostro sistema sarà comunque enorme e non a
caso Bureau Veritas – giocando d’anticipo - ha recentemente acquisito IDP
Group, leader mondiale sulla metodologia BIM, consolidando il presidio in
questo ambito. Secondo un’analisi compiuta da Bureau Veritas Italia,
l’introduzione obbligatoria del BIM è destinata a diventare una vera e propria
emergenza nazionale, inserendosi in un contesto non ancora pronto ad accogliere
ed attuare questo importante e prezioso strumento. Il BIM non è un semplice
software ma un processo basato su un modello digitale intelligente dell’opera
in grado di gestire l’intero ciclo di vita della stessa, condividendone le
informazioni in tutte le diverse fasi tra i responsabili della progettazione,
verifica, costruzione, gestione e manutenzione dell’edificio.