30 novembre 2024 - Il progetto originario del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria individuava Gioia Tauro come porto di stoccaggio dei conci prefabbricati e delle bobine dei cavi per la costruzione del Ponte e costituiva una sensibile interferenza con la operatività portuale, dovuta all’ormeggio delle navi che trasportavano tali materiali presso l’accosto “alti fondali” della banchina di levante in concessione a MCT SpA e la interruzione della continuità logistica dovuta al passaggio di tali materiali verso aree retrostanti non in concessione.
Nel corso della Conferenza dei Servizi che il Ministero
delle Infrastrutture e Trasporti ha promosso in data 16 aprile 2024, l’AdSP
aveva depositato un congruo parere, sottolineando l’impatto negativo e le
dannose interferenze di tale progetto con le attività dei soggetti
terminalisti, MCT in primis, e della operatività portuale in genere.
Si descrivevano,
cioè, le potenziali conseguenze negative che la “revoca” anche di una piccola
parte di concessione del terminal contenitori e la interruzione della
continuità logistica avrebbe potuto comportare sulla economia del porto.
Nel contempo è stata fornita una proposta risolutiva,
anche in esito a sopralluoghi ed incontri con i tecnici della società “Stretto
di Messina Spa”, consistente nella infrastrutturazione della parte sud del
bacino di evoluzione e l’utilizzo per le aree di stoccaggio delle aree
retrostanti.
La soluzione proposta dalla Autority, di concerto con la
locale Capitaneria di porto, è stata accolta e successivamente confermata nel
corso di una recente interlocuzione con il costruttore, avendo sciolto la
Autorità Marittima la riserva sulla assoluta non interferenza con l’attuale
bacino di evoluzione delle navi.
La società costruttrice del Ponte utilizzerebbe – secondo
un cronoprogramma ufficioso fino al 2032 – le aree a sud ovest del bacino di
evoluzione portuale, ed anche una parte delle aree retrostanti al terminal
containers, al netto delle recenti acquisizioni operate dal terminal
contenitori e previ accordi con il Consorzio Regionale per le attività
produttive, titolare delle aree.