16 ottobre 2024 – Fedespedi si dichiara fortemente critica rispetto alla riforma doganale, così come articolata dal Decreto Legislativo n. 141 del 2024 pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 4 ottobre.
Secondo la Federazione nazionale delle Imprese di
Spedizioni internazionali, la riforma presenta elementi che implicano un forte
impatto negativo sulle attività di import e export nazionale, e sull’efficienza
e la competitività del sistema logistico del Paese. Alla luce di queste
ragioni, Fedespedi ha fatto appello all’Agenzia delle Dogane e al Ministero
dell’Economia con importanti richieste di modifica sulla bozza di decreto, da
apportare prima della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. La posizione di
Fedespedi si allinea così a quanto già richiamato all’attenzione delle
istituzioni e dell’opinione pubblica da parte di Confetra - Confederazione
Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica nel suo recente comunicato
stampa.
In riferimento al reato di contrabbando, si chiede di:
1.Alzare la soglia del livello minimo di dazi evasi per
configurare la fattispecie di reato
2.Introdurre l’istituto del ravvedimento operoso per
consentire la rettifica degli errori formali compiuti in buona fede
3.Sancire in maniera inequivocabile nella norma il
principio dell’accertamento del dolo.
Inoltre, si ritiene indispensabile rivedere la qualifica
dell’IVA all’importazione.
“Senza i correttivi che insieme a Confetra chiediamo di
introdurre – dichiara il Presidente di Fedespedi Alessandro Pitto - la riforma
rischia di generare una distorsione dei traffici a favore degli altri Paesi
europei con conseguenze anche sulla fiscalità dell’Agenzia delle Dogane di cui
un terzo è sostenuta dagli incassi di dazio e IVA. Dalle nostre stime, se
l’Italia perdesse anche solo il 10% dei traffici, l’Agenzia delle Dogane
incasserebbe circa 2,7 miliardi di euro in meno all’anno”.