7 ottobre 2024 - "Nessun porto è un’isola: economia terrestre e logistica marittima" è il titolo del convegno di chiusura di Port&ShippingTech 2024 moderato da Domenico de Crescenzo, Vicepresidente con delega customs, Fedespedi e Presidente, Accsea. Di seguito un estratto delle dichiarazioni nel panel: Agostino Gallozzi, Paolo Cornetto, Marco Tosi, Mauro Menicucci, Rosario Marchese.
Il porto non è solo un luogo di carico e scarico merci, ma un vero e proprio snodo strategico per l'economia globale. A ribadirlo è Agostino Gallozzi, presidente del Salerno Container Terminal, che con una metafora originale paragona il porto a una stazione della metropolitana. “Il porto è una stazione della metropolitana”, afferma Gallozzi, sottolineando l'importanza delle interconnessioni. Oggi, infatti, non è più fondamentale la quantità di container movimentati, ma l’indice di connettività. In questo contesto, il porto di Salerno si piazza al terzo posto in Italia, preceduto solo da Genova e La Spezia. "Il porto deve diventare un elemento centrale di un sistema integrato," continua Gallozzi, evidenziando la necessità di un’integrazione efficiente tra reti lunghe e reti brevi per rendere competitivo il Made in Italy sui mercati internazionali. Il porto di Salerno, ad esempio, permette il collegamento via mare di diversi distretti manifatturieri del Mezzogiorno, favorendo così l’export.
Ma non solo container. Un'altra prospettiva ci viene offerta da Paolo Cornetto, CEO di FHP Holding portuale, che descrive il ruolo fondamentale del settore delle rinfuse. “Siamo presenti in vari porti italiani come Monfalcone, Venezia, Carrara e Livorno," afferma Cornetto, sottolineando come la missione dell'azienda sia di rappresentare l'eccellenza italiana nel general cargo, nelle rinfuse solide e nel project cargo a supporto dell’industria nazionale. Tra i materiali movimentati da FHP si annoverano rigassificatori, sabbia, tubi, cellulosa, sale e ghisa. Cornetto evidenzia un aspetto spesso trascurato: “Si parla molto di container, ma escludendo Gioia Tauro, si movimentano 70 milioni di tonnellate di container e 61 milioni di tonnellate nei porti rinfusieri”. Tuttavia, sottolinea anche le criticità del sistema, come l'inefficienza legata ai tempi di sosta delle navi e i limiti infrastrutturali che frenano lo sviluppo del settore. “Attualmente gestiamo 3200 coppie di treni all’anno, ma il potenziale è molto più alto.”Il tema della sostenibilità non può essere ignorato quando si parla di porti moderni. Marco Tosi, country director di Kalmar, azienda leader nel settore dei macchinari per la movimentazione portuale, ha illustrato come il mercato stia evolvendo verso soluzioni più green. "Esistono già reachstacker elettrici per la movimentazione dei container, compatibili con il cold ironing," spiega Tosi, riferendosi alla tecnologia che consente di alimentare le navi con energia elettrica mentre sono ormeggiate. Kalmar, inoltre, offre una gamma di mezzi compatibili con Hvo (olio vegetale idrogenato), permettendo così una transizione più graduale verso la sostenibilità.Il quadro dell’evoluzione dei porti italiani si completa con una riflessione sulla Zona Economica Speciale (ZES) del Sud, tema affrontato da Mauro Menicucci, professore dell'Università degli Studi di Salerno. “È stata creata una struttura che coordina le regioni per evitare sovrapposizioni territoriali e parcellizzazioni,” spiega Menicucci. Tuttavia, evidenzia la mancanza di coordinamento tra la durata della ZES e quella degli incentivi fiscali, generando incertezza per gli investitori. "Un ulteriore fattore di instabilità è la decadenza della struttura di missione in caso di fine anticipata del governo," aggiunge.Infine, uno sguardo sull'area dello Stretto di Messina, descritta da Rosario Marchese, consigliere del ministro per la Protezione civile e le politiche del mare. "L'area dello Stretto di Messina è multidisciplinare, una vera palestra per tutti," dichiara Marchese, evidenziando come sia uno dei principali corridoi di traffico internazionale. Non solo, la Sicilia gioca un ruolo chiave anche per i cavi sottomarini che la attraversano, rendendo quest’area strategica non solo dal punto di vista logistico, ma anche idroelettrico grazie alla connessione tra acque fredde e calde.In conclusione, il sistema portuale italiano si trova di fronte a sfide importanti: migliorare la connettività, incrementare l’efficienza operativa e abbracciare una transizione sostenibile. E, come sottolineato, nessun porto può essere un’isola: solo attraverso un’integrazione efficace con il territorio e le infrastrutture sarà possibile sfruttare appieno il potenziale dei porti come hub strategici per l’economia nazionale e internazionale.