8 ottobre 2024 – La Community portuale di La Spezia lancia l'allarme sul nuovo Codice doganale italiano, pubblicato di recente in Gazzetta Ufficiale, denunciando le pesanti conseguenze che potrebbe avere su tutta la filiera portuale e logistica del Paese. Le nuove norme, che trasformano sanzioni amministrative in sanzioni penali, equiparando anche semplici errori formali al reato di contrabbando, rischiano di dirottare i traffici commerciali verso porti di altri Paesi dell'Unione Europea, con grave danno per l'economia italiana.
Secondo la Community portuale, che include anche il retroporto di Santo Stefano Magra, il nuovo Codice doganale, concentrandosi quasi esclusivamente sulle sanzioni, mina un sistema di collaborazione virtuoso fra Dogane e operatori che negli anni ha rappresentato un punto di forza per il porto di La Spezia. "Il nuovo Codice penalizza letteralmente l’intera filiera portuale, logistica e trasportistica – dichiarano gli operatori locali – trasformando le controversie amministrative in reati di contrabbando, con conseguenze devastanti per il settore e per le casse dello Stato".
Le misure introdotte, spiegano dalla Community, rischiano di avere un effetto boomerang: di fronte alla prospettiva di sanzioni penali e confisca delle merci, molti operatori preferiranno scegliere porti di altri Paesi europei, dove le norme, pur nel rispetto della legislazione comunitaria, restano meno punitive e più flessibili. Questo spostamento di traffico comporterà inevitabilmente una perdita per l’erario italiano, poiché i dazi doganali che alimentano le casse dello Stato italiano finiranno per arricchire le casse di altri Paesi.
8 ottobre 2024 - La Community portuale di La Spezia mette in evidenza come il nuovo Codice crei vere e proprie distorsioni del mercato, danneggiando le imprese italiane, soprattutto quelle che operano in porti come quello di La Spezia. In questi porti, negli anni, si è cercato di costruire un sistema più snello e collaborativo con le autorità doganali, che ora si vedono estromesse dai contenziosi e dalla gestione delle sanzioni. "Questa impostazione sembra basarsi su una colpevolizzazione preliminare, quasi ideologica – si legge nella nota della Community – che equipara un semplice errore formale, anche se commesso in buona fede, a un reato penale, con conseguenze gravissime, come la confisca delle merci, e riservando ai giudici una valutazione che, data la scarsità di tribunali specializzati in Italia, richiederà tempi lunghi e costi elevati".
L’adeguamento alle nuove disposizioni doganali potrebbe quindi causare ritardi e blocchi nelle catene logistiche, colpendo i flussi di importazione ed esportazione del Paese. In un contesto economico già fragile, i porti italiani rischiano di perdere competitività a vantaggio dei concorrenti esteri, con un impatto potenzialmente devastante per l'intero sistema logistico e per le imprese nazionali che dipendono da flussi commerciali efficienti e tempi rapidi di sdoganamento.
La denuncia di La Spezia pone un interrogativo cruciale: il nuovo Codice doganale, nell’intento di uniformarsi alle norme europee, rischia di penalizzare l’Italia stessa, a favore dei Paesi concorrenti.