10 ottobre 2024 -
“La pubblicazione del decreto legislativo sulla riforma doganale avrà effetti devastanti e penalizzanti su tutta la filiera del commercio internazionale, con il rischio che molti traffici in import ed export siano dirottati altrove. Le disposizioni entrate in vigore lo scorso 4 ottobre, con la pretesa di adeguare le norme interne a quelle unionali e di semplificare gli scambi internazionali, nella pratica avranno effetti del tutto contrari oltre che gravi sulle imprese del settore”
afferma Carlo De Ruvo Presidente Confetra.
Il decreto legislativo 141/2024, che avrebbe dovuto
allineare il nostro ordinamento doganale a quello europeo e semplificarne il
funzionamento, in realtà si discosta sensibilmente dalla proposta di nuovo
codice doganale dell’UE e semplifica la disciplina esclusivamente per
l’amministrazione finanziaria, trasferendo gli oneri procedurali
all’amministrazione giudiziaria penale.
“Gli aspetti più critici della riforma doganale interna – prosegue De Ruvo – riguardano le modifiche al sistema sanzionatorio e l’IVA, qualificata come diritto di confine. Il vaglio preliminare che dovrà essere obbligatoriamente svolto dall’autorità giudiziaria, in tutti i casi in cui l’ammontare dei diritti di confine accertati sia superiore a 10.000 euro, porterà sicuramente ad un aumento del contenzioso e ad una serie di procedimenti penali infondati, che andranno a colpire anche tutti quegli operatori corretti che commetteranno errori in buona fede, pregiudicandone la reputazione. È evidente che queste nuove norme non avranno un impatto deflattivo del contenzioso, aggravando le già precarie condizioni dell’amministrazione giudiziaria penale, ed inoltre – prosegue il Presidente Confetra – le imprese dovranno adeguare i propri modelli organizzativi per far fronte a questi nuovi rischi, con notevoli aggravi di costo”.
“Considerare poi l’Iva tra i diritti di confine è
contrario al consolidato orientamento della Corte di Cassazione e della Corte
di Giustizia UE – continua De Ruvo – ed anche questa decisione del Legislatore
avrà gravi conseguenze, soprattutto in materia di responsabilità solidale del
rappresentante indiretto, che ora si trova a rispondere solidalmente con
l’importatore per il versamento dell’IVA”.