12 ottobre 2024 - La Svizzera sta valutando la possibilità di rilanciare una flotta mercantile sotto la propria bandiera “rossocrociata”, in un momento in cui la sicurezza marittima e la scelta del registro navale sono temi sempre più centrali. Durante la settima edizione del forum “Un Mare di Svizzera” a Lugano, l'avvocato Lawrence Dardani ha evidenziato che solo il 10% delle 87 navi attaccate dagli Houthi negli ultimi mesi batteva una bandiera statale protetta da una marina militare; la maggior parte navigava sotto bandiere di convenienza, che non offrono la stessa protezione. Questo contesto sottolinea come la scelta del registro navale sia influenzata da fattori quali la certezza del diritto, l’efficienza burocratica e la protezione in aree geopoliticamente rischiose.
Ignazio Messina, CEO dell’omonima compagnia di navigazione, ha confermato tali difficoltà, affermando la volontà di mantenere le navi sotto bandiera italiana, pur lamentando la scarsa competitività delle procedure burocratiche italiane rispetto ad altre bandiere comunitarie.
In questo quadro, a Lugano è emersa una notizia di rilievo: il Consiglio Federale a Berna ha deciso di eliminare i requisiti vincolanti (sede, finanziamento, governance direzionale ed equipaggi nazionali) che finora avevano ostacolato la ripresa della bandiera svizzera sui mari. Questa scelta di deregolamentazione, annunciata dall’avvocato Adriano Sala, arriva in un momento critico, con le tensioni in aumento nel Mar Nero e in Medio Oriente che minacciano le catene logistiche della Confederazione.
La bandiera svizzera, in questo contesto, offre diversi vantaggi: una burocrazia snella, la certezza del diritto e la neutralità storica della Svizzera, oltre al collegamento con uno dei sistemi finanziari più solidi al mondo. Inoltre, la Svizzera ospita due importanti realtà del trasporto marittimo: MSC di Ginevra, leader globale nel settore container, e Nova Marine Carriers di Lugano, specializzata nel trasporto di rinfuse. Vincenzo Romeo, CEO di Nova Marine Carriers, ha espresso preoccupazione per la concorrenza sleale causata dall’applicazione della tassazione ETS solo alle navi europee, penalizzando ulteriormente le flotte comunitarie.
La riforma potrebbe quindi rappresentare un'opportunità storica per la Svizzera, rilanciando una flotta mercantile nazionale capace di sfruttare la neutralità e l'efficienza del sistema elvetico in un periodo di crescenti tensioni globali.