22 ottobre 2024 - Approvato in Consiglio dei Ministri il correttivo al Codice dei contratti pubblici. Il testo è frutto di una consultazione che il MIT ha promosso lo scorso luglio e che ha coinvolto 94 stakeholders, di cui 77 operatori privati e 17 soggetti pubblici, che hanno presentato circa 630 contributi.
Il provvedimento introduce così alcune correzioni a
sostegno degli investimenti pubblici, con un focus su dieci macro-temi
principali, tra cui equo compenso, tutele lavoristiche, digitalizzazione, e
revisione prezzi. Si tratta di un dossier seguito con particolare interesse dal
vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Matteo Salvini.
I punti salienti del decreto correttivo sono:
1. Equo compenso: vengono introdotti due meccanismi per
garantire i principi dell’equo compenso al settore dei contratti pubblici. Per
gli affidamenti diretti, è garantito un minimo dell’80% del corrispettivo
previsto; per le procedure di gara, si tutela l’equo compenso con meccanismi di
calmierazione del peso dei ribassi che possono essere formulati sul 35% del
corrispettivo, con un risultato sostanziale assimilabile a quello degli
affidamenti diretti;
2. Tutele lavoristiche: è confermata l’applicazione di un
unico contratto collettivo nel bando di gara, con nuove linee guida per
consentire alle stazioni appaltanti di individuare correttamente il contratto
applicabile e per calcolare l’equipollenza delle tutele in caso di ricorso ad un
diverso contratto;
3. Revisione prezzi: si chiarisce il rapporto tra
revisione prezzi e principio dell’equilibrio contrattuale; si introduce inoltre
un nuovo allegato per attuare le clausole di revisione dei prezzi sia nel
settore lavori che nel settore servizi e forniture in maniera omogenea e con
tempi certi;
4. Incentivi ai dirigenti RUP: esteso l’incentivo tecnico
anche ai dirigenti responsabili del procedimento (RUP), superando la precedente
limitazione;
5. Consorzi: razionalizzata la disciplina dei consorzi
per evitare distorsioni nelle gare, omogeneizzare la disciplina applicabile ai
diversi tipi di consorzi stabili e favorire la competitività;
6. PMI: introdotte misure per facilitare la
partecipazione delle PMI, sia con contratti riservati sotto la soglia europea,
sia con una soglia di subappalto del 20% dedicata;
7. Finanza di progetto: mantenuta la prelazione per il
promotore, con una procedura di gara articolata in due fasi per garantire
trasparenza e competitività;
8. Garanzie fideiussorie: semplificate le procedure per
agevolare l’accesso al credito da parte delle imprese;
9. Esecuzione contratti: rafforzate le premialità e le
penali per accelerare l’esecuzione delle opere; tipizzate le varianti, per
creare certezza sulla fase di esecuzione; introdotto il nuovo istituto
dell’accordo di collaborazione;
10. CCT (Collegio Consultivo Tecnico): promosso come
strumento di prevenzione delle controversie, con nuove limitazioni ai costi e
facoltà di ricorrere a lodi contrattuali;
11. Progettazione digitale: innalzata la soglia da 1 mln
a 2 mln di euro per la progettazione in modalità digitale, obbligatoria dal 1
gennaio 2025;
12. Qualificazione delle stazioni appaltanti: si apre il
sistema di qualificazione, con incentivi alla qualificazione dei soggetti oggi
non qualificati, nonché alla specializzazione dei soggetti aggregatori. Si
parte anche con la qualificazione per l’esecuzione, attraverso meccanismi
incentivanti che puntano sulla formazione.