10 settembre 2024 - Mantenere la base industriale più complessa e ad alto valore aggiunto. Riaffermare la leadership nel settore traghetti, nel trasporto dell’energia e nelle navi da ricerca. Conquistare il primato globale nella produzione di tecnologie galleggianti e nella fornitura di navi per l’installazione e la manutenzione dell’eolico offshore. Sono alcune delle proposte riguardanti il settore navalmeccanico europeo contenute nel rapporto “The future of European competitiveness” presentato da Mario Draghi.
Il documento, nato su iniziativa della Commissione,
delinea una strategia complessiva per garantire la futura competitività dell’Ue
in un contesto geo-economico sempre più concorrenziale: oltre 170 proposte, per
una spesa in investimenti aggiuntivi per almeno 750-800 miliardi di euro, pari
a quasi il cinque per cento del prodotto interno lordo dell’UE, che riguardano
da vicino anche il settore dei trasporti.
Per quanto riguarda la cantieristica l’analisi delle
difficoltà del vecchio continente è messa nero su bianco. “L’UE è diventata
(come gli Stati Uniti) nel corso degli anni completamente dipendente dall’Asia
per la costruzione navale mercantile, con una quota del 94%,” sottolinea il
report. “Inoltre, il 96% dei container marittimi è attualmente prodotto in
Cina. Oltre alla costruzione navale commerciale, questa situazione potrebbe
anche influenzare la costruzione navale militare, dati gli elevati collegamenti
tra questi due segmenti”.
Sotto accusa i sussidi mirati forniti al comparto in
altre regioni del mondo, “in particolare alle società integrate verticalmente e
di proprietà statale”. Con un impatto distorsivo che si riflette nella
determinazione dei costi finali: “I concorrenti asiatici possono offrire prezzi
fino al 30%-40% più bassi rispetto all’UE”.
Allo stesso tempo, denuncia il documento, “l’UE fa uso
limitato di strumenti difensivi e gli Stati membri promuovono raramente fattori
diversi dai costi nelle procedure di appalto pubblico”.
Una delle strategie suggerite, “sfruttare le sinergie con
la produzione industriale per la difesa e il sostegno pubblico fornito per le
tecnologie a doppio uso, considerare le condizioni negli strumenti finanziari
dell’UE o gli incentivi fiscali per gli armatori per acquistare navi prodotte
in Europa ed estendere gli strumenti finanziari e politici dedicati ai progetti
di energia rinnovabile a navi specializzate”.
Nel capitolo dedicato ai trasporti l’ex governatore della
Banca d’Italia si occupa anche delle modalità di trasporto ferroviario ed
aereo, con un focus particolare anche sulla formazione della futura forza
lavoro e sulla decarbonizzazione dei settori “hard to abate”.
Un ampio approfondimento su tutti i punti toccati dal
report sarà pubblicato nel prossimo numero di Porto & Interporto.