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Autoproduzione. USB Porti: una battaglia dei lavoratori portuali

Autoproduzione. USB Porti: una battaglia dei lavoratori portuali

23 agosto 2024 – Sul tema dell’autoproduzione nei porti è intervenuta USB con questa nota stampa:

Sul tema dell’autoproduzione nei porti si sta giocando, ormai da tempo, un feroce braccio di ferro tra compagnie armatoriali e imprese e cooperative portuali. Il commento alle recenti sentenze del Consiglio di Stato, da parte dell’avvocato di GNV, è solo uno dei tasselli di questa guerra che al momento si sta giocando più nelle aule dei Tribunali che sulle banchine. Perché, è bene ribadirlo in premessa evitando prese di posizioni ipocrite e strumentali, alla nostra organizzazione sindacale arrivano decine di segnalazioni di casi di autoproduzione “non autorizzata” in diversi porti italiani.

I tentativi da parte delle compagnie armatoriali, nel silenzio più o meno consapevole dei vari soggetti portuali, di utilizzare personale marittimo per le operazioni di rizzaggio e derizzaggio, si susseguono ormai quasi quotidianamente. Salerno è sicuramente il caso più emblematico con i portuali Intempo, che hanno portato avanti la battaglia proprio contro l’autoproduzione, “allontanati” e lasciati senza turni, sembra, per volere dello stesso armatore. Ma anche Palermo, Livorno, Trieste e via dicendo.

Se da una parte il quadro normativo al momento non sembra mutato, nonostante le dichiarazioni dell’avvocato GNV, dall’altra è chiaro che è solo una questione di tempo. Senza una reale opposizione prima di tutto da parte dei lavoratori portuali, il rischio che alla fine l’autoproduzione, o per meglio dire la totale e definitiva liberalizzazione del sistema del lavoro portuale, rischia di arrivare molto presto.

Tutti i soggetti, cosiddetti portatori di interesse, stanno giocando la propria partita sottotraccia e senza l’avvio di una forte mobilitazione sindacale non è difficile pensare che, prima o poi, si giunga ad un accordo di compromesso, magari anche attraverso modifiche normative del Governo, lasciando i lavoratori con il cerino in mano. Un governo, in questo caso nella veste del Ministero dei Trasporti, che non riceve da mesi le organizzazioni sindacali e nega qualsiasi confronto. D’altra parte, è proprio l’Italia uno dei pochi paesi Europei ad aver accettato integralmente e con entusiasmo le direttive comunitarie in fatto di “apertura del mercato”. Un sistema che da una parte: “non tollera l’esistenza di posizioni dominanti o di diritti esclusivi per le operazioni portuali” ma dall’altra ha consegnato nelle mani di 6/7 compagnie armatoriali la quasi totalità dei traffici a livello mondiale. Di cosa stiamo parlando?

(….)

 

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