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Nuove infrastrutture, Spediporto: non hanno colore ne bandiera politica

 

Nuove infrastrutture, Spediporto: non hanno colore ne bandiera politica

31 luglio 2024 - “Il piano di sviluppo per Genova e la Liguria non si può mettere in discussione. Le infrastrutture sono cruciali per il porto, per la risoluzione delle criticità che lo affliggono e per la crescita della città e della regione. Anche in vista delle prossime elezioni regionali, il messaggio è: chiunque vincerà non fermi la loro realizzazione”.

Così il Direttore Generale Spediporto Giampaolo Botta, a proposito di un tema centrale per lo sviluppo economico di tutta la Liguria, regione che sta vivendo un momento particolare sia dal punto di vista politico che economico. Botta sottolinea l’unità di pensiero con le altre categorie del mondo marittimo e ribadisce come “non si debba perdere di vista l’obiettivo primario, il bene comune, ovvero la crescita economica di una città che vede al centro un porto che, nel 2023, ha movimentato quasi 2 milioni e 400 mila teu. Avere infrastrutture moderne, efficienti, è, dunque, una condizione essenziale”.

E che il ruolo delle infrastrutture sia centrale per la crescita dell’economia ligure lo testimonia il recente studio The European House-Ambrosetti che stima, per il 2024, un impatto sul PIL regionale di 1,6 miliardi di euro (3% del PIL) destinato a quadruplicare nel 2030, arrivando a 8,4 miliardi di euro (+14,4% sul PIL stimato per quell’anno).

I numeri vengono in soccorso delle riflessioni di Botta: parlando di autostrade, la A10 e la A7 sono le più trafficate del Nord Ovest con circa 117 mila transiti giornalieri, di cui un quinto rappresentato da mezzi pesanti. Un dato che fa riflettere visto che il “Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali della Liguria”, edito dalle Camere di Commercio liguri e da Uniontrasporti, sottolinea come la Liguria sia in linea con i dati nazionali che vedono un utilizzo del trasporto su gomma decisamente preponderante (87,3% su scala italiana).  Il punto è che la valutazione delle imprese sulla qualità delle vie di comunicazione è spesso molto bassa: per il 47,6% i tracciati autostradali sono definiti “scadenti o mediocri”.


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