11 luglio 2024 – Con 227.975 imprese e 1.040.172 di occupati, l’Economia del mare in Italia genera un valore aggiunto diretto pari a 64,6 miliardi di euro, che, se consideriamo il valore attivato nel resto dell’economia, raggiunge i 178,3 miliardi di euro, pari al 10,2% del PIL nazionale.
Un settore in netta crescita in ogni suo aspetto. Cresce
il valore aggiunto diretto con un +15,1%, pari a due volte la crescita media
italiana si ferma al 6,9%.
Cresce il valore aggiunto complessivo di quasi un punto
percentuale rispetto a quanto rilevato dall’XI Rapporto del 2023. Cresce il
moltiplicatore, pari quest’anno a 1,8, a fronte dell’1,7% della scorsa
rilevazione. Ossia per ogni euro speso nei settori direttamente afferenti alla
filiera mare se ne attivano altri 1,8 nel resto dell’economia.
Crescono gli addetti, con un aumento occupazionale del
6,6%, pari a quasi quattro volte quello registrato nel Paese (1,7%).
Rimane, invece, stabile il numero delle imprese.
È quanto emerge dal XII Rapporto Nazionale sull’Economia
del Mare a cura di Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare Ossermare,
Centro Studi Tagliacarne - Unioncamere, Informare, Camera di commercio
Frosinone Latina e Blue Forum Italia Network, presentato ieri mattina a Roma.
Come ogni anno, la dodicesima edizione del Rapporto ha
messo sotto la lente di ingrandimento i diversi settori che compongono la forza
produttiva “blu”: le filiere dell’ittica e della cantieristica, i servizi di
alloggio e ristorazione, le attività sportive e ricreative, l’industria delle
estrazioni marine, la movimentazione di merci e passeggeri, la ricerca,
regolamentazione e tutela ambiente.