21 Giugno 2024 - Gru automatizzate, torri di controllo, reti e infrastrutture digitali. Il lavoro delle banchine portuali si sta trasformando gradualmente, con nuove figure professionali altamente specializzate che dovranno entrare nei team operativi e negli uffici dei terminal portuali, e nel frattempo chi ha già acquisito una lunga esperienza sul campo rischia di essere tagliato fuori. La Fondazione Accademia Italiana della Marina Mercantile è stata il centro nevralgico del nuovo rapporto sul lavoro portuale, svolto in accordo con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, e principali sigle sindacali. Il rapporto, presentato ieri negli spazi di Bi.Bi.Service di via XX Settembre, a Genova, è stata anche l’occasione di toccare i tanti temi legati allo sviluppo del lavoro marittimo e portuale, oggi più che mai legato alle dinamiche di efficientamento energetico, digitalizzazione e automazione di determinati servizi.
Il rapporto integra le risposte del questionario somministrato alle centinaia di lavoratori e lavoratrici degli scali controllati dalle due AdSP liguri (comprendenti anche il porto toscano di Marina di Carrara), che fotografano un momento storico di estremo interesse per gli enti preposti alla formazione e alla gestione delle figure professionali nell’ambito portuale. Paola Vidotto, Direttore Generale dell’Accademia Italiana della Marina Mercantile:
“Il lavoro svolto in collaborazione con le due AdSP, commissionato dalle stesse, è un primo passo a livello nazionale per comprendere in maniera approfondita e precisa il sentimento di chi è impegnato in questo settore professionale. Oltre a fornire le competenze necessarie a tutti i giovani che si iscrivono ai nostri corsi ITS - tra cui quello creato ad hoc, “ITS Ambito Portuale” - è necessario che il mondo della formazione sia di supporto anche a chi ha raggiunto un’età lontana dalla pensione, ma ormai matura, perché non sia soppiantato dagli strumenti tecnologici. È quindi di grande importanza che tutti siano coinvolti nel processo di transizione, perché solo lavorando tutti insieme è possibile arrivare a innovare il settore senza avere ricadute negative sul lavoro”.