20 giugno 2024 - Solo nel 2023, secondo Legambiente, sono stati 118 gli eventi alluvionali. Un dato da non sottovalutare se pensiamo che in Italia ci sono 225.874 unità locali di impresa in aree a rischio elevato di alluvione. Lo dice un’elaborazione GEA - Green Economy Agency su dati Ispra presentata nel corso dell’evento #GEF24 - Green Economy Finance, organizzato dal gruppo editoriale Withub, insieme a Eunews, GEA - Green Economy Agency e Fondazione Art.49. Al centro della seconda parte dell’evento - “Fronteggiare i rischi climatici: il ruolo delle assicurazioni” - un dibattito sulla necessità di proteggere l’economia dagli impatti negativi della crisi climatica. Le province che hanno più unità di impresa (non si includono solo le sedi legali di un'azienda ma tutti i luoghi delle attività economiche) in aree a rischio elevato, infatti, sono quelle di Venezia, Genova, Padova, Rimini e Bologna. Ma dove le imprese a rischio sono più concentrate? Normalizzando il dato del rischio rispetto alla dimensione della città o della provincia, risulta che quella di Genova è la provincia con maggiore densità di unità locale di impresa in area a rischio elevato, cioè con una probabilità stimata di ripetersi di alluvioni ogni 20-50 anni.
Prevenzione e assicurazione. Ma perché l’Italia è tanto
esposta ai rischi climatici? Innanzitutto nel nostro Paese manca una cultura
della prevenzione, secondo i dati ASviS contenuti nel Policy Brief
"Politiche di prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico", nel
periodo 2013-2019 a fronte di 20 miliardi di euro spesi per le emergenze, 2
miliardi di euro, solo il 10%, sono stati investiti per la prevenzione: solo il
5% delle microimprese (pari a 4,3 milioni, il 95% del totale) ha
un’assicurazione contro i rischi climatici. In questo senso, la nuova Manovra
Finanziaria prevede, per tutte le aziende iscritte al registro delle imprese,
l’obbligo di assicurare terreni, fabbricati e macchinari dagli eventi
calamitosi entro il 31 Dicembre 2024.