18 maggio 2024 – Come fare in modo che la logistica del nord Italia (e segnatamente il porto di Genova) possa essere concorrenziale con quella del Nord Europa e quindi interrompere il declino che da decenni impatta sulla competitività della regione Liguria? È questo il tema al centro del seminario organizzato ieri dal Dipartimento economia dell’Università di Genova e Cieli (Centro Italiano di Eccellenza sulla Logistica i Trasporti e le Infrastrutture), un’occasione di riflessione che assume ancora più urgenza anche sull’attualità genovese di questi giorni che evidenzia come le conseguenze della carenza di spazi portuali finiscano per influire sulla competitività delle aziende produttive del Nord Italia.
La sostenibilità – intesa in senso sociale, economico ed
ambientale - è la chiave per garantire che la crescita dei traffici portuali
non debba avvenire a scapito della qualità della vita e dell’ambiente delle
regioni portuali e possa invece facilmente coniugarsi con altri insediamenti e
linee di sviluppo. In questa logica gli interventi e le possibili soluzioni
sono molteplici, spesso necessitano di essere tra loro integrati, e riguardano
non soltanto l’infrastruttura portuale ma anche le reti infrastrutturali al suo
servizio. Il seminario, partendo dall’illustrazione agli studenti di come sia
cambiato il ruolo e il modo di operare del porto genovese negli ultimi decenni,
ha discusso alcune possibili soluzioni per lo sviluppo del porto in un confronto
aperto con alcuni attori della port community.
Il seminario è stata così l’occasione per gli studenti
per approcciare uno dei più rilevanti meta-settori presenti in Liguria, ha
affermato Enrico Musso, direttore del Cieli e Professore ordinario di economia
applicata presso l'Università degli Studi di Genova.
Le principali variabili di sviluppo della competitività a
livello europeo di un porto riguardano un pescaggio di almeno 18 metri e
banchine da 500 metri, velocità di carico e scarico e spazi di lavorazione e
stoccaggio a disposizione, ha evidenziato Bruno Musso presidente del Gruppo
Grendi. Come superare i limiti orografici del porto di Genova in modo da avere
tutti i requisiti per gestire navi container di grandi dimensioni? Un tunnel di
39 km per collegare il porto di Pra’ con la pianura in provincia di Alessandria
per mezzo di veicoli elettrici a guida autonoma con una capacità di
movimentazione nominale di 8 milioni di teu/anno è la soluzione su cui è
imperniato il progetto presentato da Fabiola Mascardi, Consigliere Indipendente
e Consulente Sviluppo Business, denominato BRUCO (Bi-level Rail Underpass for
Container Operations) o IV Valico.