30 maggio 2024 - L’e-commerce genera un valore condiviso di oltre 133,6 miliardi di euro in Italia nel 2022, pari al 7% del PIL; un dato che, rispetto all’anno precedente, è cresciuto del 13,9%. Inoltre, considerando gli effetti indotti, diretti e indiretti, la filiera contribuisce a creare 1,6 milioni di posti di lavoro (+12,4% rispetto al 2021), rappresentando il 6,4% degli occupati in Italia, per un totale di 35 miliardi di euro di salari lordi nella sola filiera (+13,2% rispetto al 2021). A beneficiare della ricchezza generata dalla filiera è l’intera società: grazie a questo valore, lo Stato può investire 49,6 miliardi di euro in servizi pubblici e infrastrutture, migliorando il benessere della collettività e supportando lo sviluppo economico del Paese con il 37% del totale generato, che corrisponde al 9,1% delle entrate fiscali 2022.
Sono queste le principali evidenze della ricerca
realizzata da Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale in Italia, in
collaborazione con Althesys, società di ricerca indipendente, presentata in
occasione del Convegno dal titolo “Elezioni Europee e Commercio Digitale -
Scenari Futuri e Prospettive per la Competitività dell'Italia e dell'Europa”
che si è tenuto questa mattina a Roma presso la Sala Cristallo dell’Hotel
Nazionale, in Piazza Montecitorio, 131.
“L’e-commerce come ‘nemico da contrastare’ è un
pregiudizio infondato e superato. I numeri parlano chiaro: il 7% del PIL del
nostro Paese è generato dall’impatto che la filiera dell’e-commerce ha
sull’economia italiana. Pur essendo una percentuale in crescita - essendo quasi
raddoppiata dal 2014 quando era al 2,2% - le potenzialità di sviluppo di questo
settore sono ancora molto ampie”, ha commentato Roberto Liscia, Presidente di
Netcomm. “Il grado di digitalizzazione delle nostre imprese è ancora
insufficiente e sono necessarie politiche che le supportino nel cogliere le
opportunità di aprirsi ai mercati internazionali attraverso il digitale,
incrementando l’export. Occorre intervenire sul sistema educativo italiano
orientandolo al digitale con programmi di formazione che forniscano conoscenze
operative. Auspichiamo, inoltre, che il Governo adotti strategie di
collaborazione sempre più serrate con i soggetti privati a favore del sistema
Paese”.