21 maggio 2024 - I personaggi blu sono donne e uomini fuori dell’ordinario legati al mare. Atleti che compiono grandi imprese, sportivi che prendono parte a importanti competizioni, imprenditori che si misurano con le onde e con il vento oltre che con il mercato, uomini di cultura che sul blu affinano il loro pensiero. Persone che credono e si battono per la salvaguardia dei mari. E gli “Incontri in blu” sono il palco sul quale si raccontano.
Venerdì 24 maggio alle ore 18.30 presso l’Auditorium del
Galata Museo del Mare, ad ingresso libero, si terrà il secondo incontro in blu
con Grant Dalton e Matteo de Nora, rispettivamente CEO e Team Principal di
Emirates Team New Zealand, lo squadrone neozelandese che ha dominato le ultime
due edizioni dell’America’s Cup, il massimo trofeo della vela professionistica
e la competizione sportiva continuativa più antica dell’era moderna, essendo
nata nel 1851.
Grant Dalton, nato e cresciuto ad Auckland, è uno dei
velisti più celebri della Nuova Zelanda. Studi da commercialista, ha poi scelto
il mare e le regate oceaniche. Ha fatto sette volte il giro del mondo, vincendo
la Whitbread (1993/94 con New Zealand Endeavour, di cui è skipper) e The Race
(nel 2000/2001, la circumnavigazione più veloce del globo, in 62 giorni con
Club Med) e ha partecipato ad altre diverse competizioni celebri, come
l’Admiral’s Cup, il Fastnet, la Sydney to Hobart, per poi approdare
all'America's Cup.
Matteo de Nora, nato a New York, figlio dello scienziato
e maestro della chimica italiano Vittorio, madre svizzera, laurea alla Bocconi
e studi successivi alla Sloane School del MIT di Boston, ha un passato sportivo
nella motonautica offshore e nel rally, è un imprenditore ed è stato per
diversi anni alla guida della Eltech Systems Corp., una multinazionale
americana dell’elettrochimica di cui una parte ha poi venduto al cugino
Federico de Nora, figlio di Oronzio de Nora, inventore dell’Amuchina.
Dalton e de Nora s’incontrano nel 2003 in un capannone
del porto di Auckland e decidono di ricostruire insieme Team New Zealand,
uscito con le ossa rotte dalla sconfitta con Alinghi nella 31a America’s Cup.
Quando posero le basi per quello che sarebbe stato il team dell'America's Cup
di maggior successo nella storia moderna, concordarono che non si sarebbe
trattato solo di un programma sportivo ma anche e soprattutto di un progetto
volto a spingere i limiti della tecnologia e dell’innovazione. L'introduzione
dei foil, la barca a idrogeno, il record di velocità, sono solo alcuni esempi
di ciò che è stato realizzato nel corso degli anni. Uno sforzo titanico, perché
il team nel 2003 era azzerato, una piccola squadra di una piccola nazione che
andava a scontrarsi con team e Paesi ben più grandi e con risorse ben più
floride. Contro giganti miliardari.