14 Maggio 2024 - Insediare in Europa le supply chain della mobilità elettrica e della produzione di batterie, grazie alla quota sempre crescente di elettricità rinnovabile impiegata nei processi produttivi, permetterebbe di ridurre l’impronta di carbonio di una batteria del 62% rispetto ad una catena del valore interamente controllata dalla Cina; tale riduzione si attesterebbe al 37%, tenendo conto dell’attuale mix energetico medio in UE.
Questo quanto emerge da una nuova analisi di Transport & Environment (T&E) - organizzazione ambientalista indipendente europea. L’onshoring della produzione di celle delle batterie e dei componenti necessari per soddisfare la domanda europea di sistemi di accumulo potrebbe far risparmiare circa 133 Mt di CO2 tra il 2024 e il 2030, l’equivalente delle emissioni annuali totali della Repubblica Ceca.
In Europa a rischio più della metà dei progetti annunciati. Il report - che ha analizzato il livello di avanzamento dei progetti annunciati - evidenzia che meno della metà (47%) dell’intera produzione di batterie agli ioni di litio, pianificata in UE da qui al 2030, è sicura di vedere la luce.
Le misure messe rapidamente in campo per rispondere
all’IRA (Inflation Reduction Act) statunitense hanno giovato all’industria
europea, che ha consolidato parte della sua nascente industria greentech: lo
scorso anno i progetti sicuri si attestavano ad appena un terzo del totale.
Stante questo miglioramento, sono ancora più della metà (53%) i progetti
europei che presentano un rischio medio-alto di essere ritardati,
ridimensionati o cancellati del tutto.
Appello al Governo: “Le batterie sono il nuovo oro”.
“Il Governo dovrebbe capire che le batterie e i metalli che le compongono sono il nuovo oro. Forti requisiti di sostenibilità, come le imminenti norme sull'impronta di carbonio delle batterie, possono sostenere e premiare una produzione locale più pulita e sottrarci alla dipendenza dalla Cina”
ha dichiarato Carlo Tritto, Policy Officer per T&E Italia, che continua:
“E’ importante che l’Italia giochi un ruolo propulsivo in Europa, per predisporre un quadro che da qui ai prossimi anni garantisca reale sostegno alla transizione, ad esempio negoziando migliori strumenti di finanziamento per le gigafactory. È il momento di fare scelte chiare, sapendo che la mobilità fondata sul motore endotermico ha i giorni contati”.