3 aprile 2024 - Il prossimo 12 marzo il Parlamento Europeo dovrà votare la nuova proposta di direttiva europea rivolta al trasporto stradale delle merci, “Pesi e Dimensioni”, che potrebbe autorizzare la circolazione stradale dei gigaliner, camion dotati di semirimorchi più lunghi e più pesanti, segnando un duro colpo per il settore ferroviario.
L’insieme di queste norme non favorisce la sicurezza
stradale e colpisce l’ambiente, perché limita lo sviluppo del trasporto
intermodale e aumenta il rischio di congestionamento delle strade. La proposta,
pertanto, appare in forte contraddizione con gli obiettivi di sostenibilità
ambientale introdotti dal Green Deal Europeo che individua nel trasporto
ferroviario delle merci la modalità di trasporto ineguagliabile nel ridurre
l'impatto ambientale delle catene di trasporto in Europa, grazie alle sue
prestazioni in termini di emissioni di Co2 ed efficienza energetica.
Secondo RFF (Rail Freight Forward, coalizione che
raggruppa le principali imprese ferroviarie europee) gli impatti negativi che
la Direttiva porterebbe sulle strade europee sono quantificabili in oltre 10
milioni di camion in più, per circa 6,6 milioni di tonnellate ulteriori di CO2
rispetto ai livelli attuali.
Tornare indietro con una scelta di politica europea dei
trasporti contraddittoria rispetto al Green Deal significa, pertanto,
compromettere lo sviluppo del trasporto ferroviario merci e vanificare la
portata degli investimenti sino ad oggi sostenuti per consentire la crescita
del trasporto intermodale e dello shift modale, con trasferimento dei volumi
dalla gomma al ferro.
Questo l’allarme lanciato alle Istituzioni dalle
associazioni di categoria Fermerci e Fercargo a tutela del trasporto
ferroviario delle merci. Un trasferimento modale inverso, secondo studi di settore,
potrebbe infatti portare ad una diminuzione del 16% per il trasporto
intermodale e del 21% per il trasporto merci su rotaia. Questo determinerebbe
per il comparto l’accentuarsi di una crisi in corso da anni a causa di
contingenze nazionali ed internazionali, ulteriormente aggravate dalle recenti
tensioni in Europa e nel vicino Oriente.
Il settore, infine, non trarrebbe alcun beneficio dal
completamento dei lavori PNRR sull’infrastruttura ferroviaria, pianificati fino
al 2026 e sostenuti con ingenti investimenti, la cui attuazione sta arrecando
gravi disagi alla circolazione ferroviaria e ha già comportato una perdita di
competitività del trasporto ferroviario delle merci rispetto ad altre modalità
di trasporto.
Le Associazioni Fermerci e Fercargo, pertanto, chiedono
alle Istituzioni comunitarie e nazionali di effettuare una scelta di politica
dei trasporti chiara e coerente, altrimenti la crisi degli operatori della
logistica ferroviaria diventa irreversibile.