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Contributo ART alle imprese di spedizioni illeggittima e irragionevole

Contributo ART alle imprese di spedizioni illeggittima e irragionevole

30 aprile 2024 –

 “Alla luce della liberalizzazione del settore, troviamo illegittimo e irragionevole che le nostre imprese debbano essere soggette agli obblighi dichiarativi e contributivi verso ART - dichiara il Presidente di Fedespedi Alessandro Pitto -  L’attività di spedizione non è soggetta ad alcuna limitazione in termini di libera circolazione dei servizi e di concorrenza e, dunque, non c’è forma di regolazione da applicare al settore: registriamo, infatti, l’assenza dell’esercizio delle competenze regolatorie di ART sull’attività di spedizione”.

È questa la posizione di Fedespedi espressa dal Presidente Pitto a fronte del recente provvedimento espresso dal TAR del Piemonte (ART ha sede a Torino) che ha respinto l’istanza di sospensione (con l’obiettivo di annullarla nel merito) della delibera con cui l’Authority a fine del 2023 ha individuato le categorie tenute al pagamento del contributo. Fedespedi, infatti, insieme alle rappresentanze associative di settore Confetra, Alsea e Spediporto e Anita ha presentato ricorso al TAR del Piemonte per l’annullamento della delibera n. 194/23 recante “Misure e modalità di versamento del contributo dovuto all’Autorità di regolazione dei Trasporti per l’anno 2024”.

“La disciplina che regola ART e, in particolare il sistema di contribuzione in ultimo come definito dalla Delibera n.194/2023, è sospettata di violare i principi unionali fissati agli articoli 56 e 107 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea con riguardo alla libera prestazioni dei servizi e alla non discriminazione di mercato”

 aggiunge il Vicepresidente Fedespedi con delega agli affari legali, Ciro Spinelli.

Fedespedi, quindi, oltre al provvedimento avanti al giudice amministrativo, è intervenuta anche presso le Istituzioni Europee e ha depositato una denuncia alla Commissione Europea per inadempimenti del diritto europeo.

“Il contributo del settore dell’autotrasporto, escluso definitivamente dall’ultima delibera ART, è stato sostituito dal contributo richiesto alle imprese di spedizioni. Sull’obbligo contributivo per il 2024 impatta, inoltre - conclude Pitto - il livello di fatturati registrati dalle imprese di spedizioni nel 2022 – anno di riferimento per il calcolo del contributo dell’anno in corso: oltre 30 miliardi di euro, derivanti dalla dinamica esplosiva della domanda di trasporto e dell’inflazione registrata nel post-pandemia.”


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