9 marzo 2024 - “Nel 2023 l’export italiano ha quasi toccato la soglia dei 630 miliardi di euro, un dato più alto del 30% rispetto al 2019. È stato quindi confermato il picco raggiunto del 2022, controbilanciando il rallentamento della domanda da parte di alcuni dei principali mercati di riferimento, come la Germania, con un riorientamento verso geografie più dinamiche. La bilancia commerciale è tornata in positivo, a 34,5 miliardi, con una crescita di oltre 68,5 miliardi rispetto al 2022. Un dato che, depurato dai beni energetici, arriva a 98 miliardi”. Lo ha detto il Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Sandra Savino, in occasione della riunione della Cabina di Regia per l’internazionalizzazione, co-presieduta dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy.
“Anche nel 2024, si prevede una crescita dell’export sia
dei beni, sia dei servizi, in media per il 5%. I volumi che sono stati
raggiunti sono merito primariamente del lavoro delle imprese esportatrici
italiane. A loro vanno i nostri complimenti. Dal 2021 - ha proseguito il
Sottosegretario, ricordando alcuni strumenti e le risorse che la legge di
bilancio per il 2024 vi ha associato - è in vigore il sistema di
coassicurazione pubblica per il supporto del credito all’esportazione da parte
dello Stato e di SACE, il cui portafoglio ha superato complessivamente, al 31
dicembre 2023, i 100 miliardi di euro. Nel 2024 la copertura assicurativa potrà
crescere di ulteriori 60 miliardi, di cui 46 relativi all’operatività Export
Credit e 14 all’internazionalizzazione”.
“Vi sono poi - ha aggiunto Savino - due importanti misure
di supporto gestite da Simest. La prima è il Contributo Export, a valere sul
Fondo 295, complementare rispetto alla Coassicurazione e volto alla
stabilizzazione del tasso di interesse e di cambio di operazioni di
finanziamento di credito all’esportazione, a cui si aggiunge un contributo a
margine. La pipeline di Simest ammonta a circa 11 miliardi.
L’altro strumento è la finanza agevolata per l’internazionalizzazione, a valere sul Fondo 394, che negli scorsi anni – anche grazie a una mole di risorse straordinario - ha supportato le filiere nell’affrontare prima la pandemia, poi la crisi energetica, gli effetti della guerra e da ultimo gli eventi alluvionali. Inoltre, come sappiamo, il Fondo 394 si prepara anche ad essere uno degli strumenti funzionali al raggiungimento delle finalità perseguite dal Piano Mattei, con 200 milioni di euro destinati a favorire il potenziamento dei rapporti e dell’interscambio con l’Africa”.