7 marzo 2024 - Collegamenti fra porto e retroporto che consentissero di snellire le operazioni ai varchi portuali, decongestionare le banchine, decentrando rispetto al porto le operazioni di controllo doganale ed effettuandole direttamente in magazzini di aziende, consentendo fra l’altro, a operatori privati autorizzati e strettamente controllati, di mantenere le merci allo stato estero nei loro magazzini e quindi di effettuare nei tempi opportuni le operazioni di sdoganamento nei magazzini stessi.
Ma proprio ora che di corridoi doganali e di utilizzo
razionale dei retroporti non solo come polmoni operativi di porti sempre più
congestionati ma anche come basi logistiche per la merce (con i servizi in
primis doganali che ne conseguono) si parla con sempre maggiore insistenza e
che la stessa Agenzia Nazionale delle Dogane si dichiara intenzionata a
promuovere l’innovazione, proprio da La Spezia, pioniere in materia, arriva un
segnale di tipo diametralmente opposto che potrebbe generare giurisprudenza,
trasformandosi in un precedente “macigno” per tutti i progetti di
retroportualità in atto in Italia.
Anche se il Tribunale amministrativo regionale ha per ora
sospeso l’efficacia del provvedimento, l’amministrazione doganale locale ha
comunicato, anche per ragioni di carenza di personale, l’eliminazione di queste
procedure dei due collegamenti doganali assegnati a operatori privati e la
volontà di concentrare tutte le operazioni di custom clearance e di controllo
sulle merci nel Centro unico servizi a Santo Stefano Magra. Stop quindi allo
stoccaggio di merci allo stato estero e alla fluidità delle operazioni
doganali, proprio nel porto che di questa fluidità aveva fatto in anni passati
una delle motivazioni del suo successo operativo, con forte penalizzazione in
sede locale visto che procedure doganali decentrate continuano a valere per
operatori insediati al di là dell’Appennino.
Secondo la Community portuale della Spezia è
indispensabile una riflessione congiunta che coinvolga la pubblica
amministrazione e anche l’Autorità di Sistema Portuale per evitare in loco un
danno del tutto inatteso ma anche un’ipoteca anti-storica sull’operatività
dell’intero sistema porto-logistico italiano che proprio in questi mesi,
tardivamente, sembrava aver scoperto l’importanza strategica di una connessione
razionale porto-retroporti e un’armonizzazione di servizi e procedure.