26 marzo 2024 - A seguito dell’assemblea nazionale dei delegati portuali svoltasi a Civitavecchia il 27 febbraio, Unione Sindacale di Base Mare e Porti ha proclamato lo stato di agitazione nazionale nel settore portuale e organizzato una serie di assemblee nei vari scali italiani.
Al centro del confronto la piattaforma USB sul rinnovo
del CCNL, con la richiesta di aumenti salariali reali di almeno 300 euro in
paga base (no welfare) e la convocazione di una propria delegazione al tavolo
del contratto nazionale, così come previsto dal Testo Unico sulla
Rappresentanza e dal conteggio dei dati associativi. I lavoratori portuali
hanno diritto ad essere rappresentati dalle organizzazioni che scelgono.
Inoltre, sulla scorta di quanto emerso proprio dal
confronto con i lavoratori portuali, vi è la forte preoccupazione per una
riforma portuale voluta dall’attuale Governo, che rischia di andare a demolire
ulteriormente la Legge 84/94 introducendo la privatizzazione delle autorità
portuali e la messa in discussione definitiva delle compagnie portuali e in
generale degli Art 17. Si parla di introdurre nuovi elementi di flessibilità e
precarietà, come già fatto nel porto di Gioia Tauro con il famigerato accordo
sul lavoro intermittente.
Nessuna apertura in questa riforma, invece, per quanto
riguarda il riconoscimento del lavoro portuale come usurante.
Sulla base di questa piattaforma USB Mare e Porti ha
proclamato una prima giornata di 24 ore di sciopero per il giorno 5 aprile. Gli
appuntamenti di mobilitazione, in ogni singolo porto, saranno comunicati in
seguito.