5 febbraio 2024 - La crisi del Mar Rosso è stata al centro della seconda edizione di 'Shipping, Transport & Intermodal forum' organizzato a Rapallo da Transport in collaborazione con The International Propeller Club Port of Genoa. Uno sguardo a 360°, una fotografia dello scenario geopolitico, un’analisi dell’aggravio di costi generato dalle rotte alternative che le navi devono pianificare per evitare le criticità relative al canale di Suez e al Mar Rosso, ma anche le proposte per superare questa difficile congiuntura nazionale e interazionale. Dal palco del Forum anche una richiesta che parte con forza dal Viceministro Rixi “l’UE deve accorgersi che esiste il Mediterraneo”. Un tema rilanciato dall’Europarlamentare Campomenosi e da tutti i relatori presenti.
Il Viceministro Trasporti e Infrastrutture Edoardo Rixi
ha inoltre sottolineato come l’Italia possa diventare un hub logistico anche
per le attività di bunkeraggio, evidenziando l’importanza di definire in
maniera concreta lo snellimento della burocrazia per permettere un funzionamento
ottimale dell’intero cluster trasportistico logistico. Tema altrettanto importante è rappresentato
dalla strategicità del bacino del Mediterraneo a cui l’UE deve dare ulteriori
strumenti per aumentarne la competitività.
L’Ammiraglio Aurelio De Carolis, Comandante della Squadra Navale della Marina Militare Italiana, di rientro da una missione in Bahrain spiega:
“La minaccia Houthi è problema enorme, la nostra presenza nell'area continua: assicuriamo protezione alle navi. Stiamo lavorando molto bene con le compagnie di navigazione e assicurando la protezione di queste navi. Non facciamo la scorta secondo i canoni tradizionali ma siamo lì vicini e manteniamo le navi nell'ambito della portata delle armi delle nostre fregate. Al momento per proteggere le navi e gli interessi nazionali - ha concluso il comandante della Squadra Navale della Marina Militare - abbiamo un numero sufficiente di capacità in zona".
Una crisi, quella del Mar Rosso, che rivela numeri decisamente significativi, elencati e analizzati da Alessandro Pitto, presidente della Federazione nazionale imprese di spedizioni Internazionali (Fedespedi):
“Il canale di Suez è considerato il quarto choke point al mondo. Da qui passa infatti il 12% del commercio internazionale, il 10% del petrolio, l'8% di gas naturale. Difficile stimare quanto potranno crescere i noli, ma l'impatto in termini di costi di trasporto ci sarà: secondo le previsioni del centro studi Fedespedi, considerando il solo costo del carburante, il passaggio per il Capo di Buona Speranza in alternativa al Canale di Suez ha una maggiorazione di costo compresa fra i 650 mila e 1 milione di dollari americani”.