2 febbraio 2024 - “Non fermiamoci alle apparenze, alle
analisi frettolose e all’emergenza. Tentiamo di rovesciare il nostro approccio
giustamente e motivatamente preoccupato rispetto alle conseguenze della crisi
in Medio Oriente, del blocco parziale del Mar Rosso e del Canale di Suez e
pensiamo invece a muoverci per primi in uno scenario del tutto nuovo nel quale
La Spezia e i porti dell’alto Tirreno potrebbero recitare un ruolo determinate
e strategico”.
A lanciare quella che – precisa – non è una provocazione,
è Alessandro Laghezza in nome della Community degli operatori portuali e
logistici di La Spezia.
“Guardiamo prima di tutto – afferma Laghezza – in casa nostra. È vero: il porto di La Spezia lamenta per la crisi di Suez una lieve flessione di traffico che si innesca tuttavia su un trend generale, specie della seconda parte del 2023, contrassegnata da una ripresa dopo un periodo di sofferenza. Ma il nostro mestiere di operatori marittimi è quello di guardare al futuro ed essere flessibili”.
Secondo Laghezza, che è anche Presidente degli
spedizionieri spezzini, le tensioni in Medio Oriente potrebbero anche
trasformarsi in un’opportunità straordinaria proprio per il porto di La Spezia
e gli altri scali liguri. Sulla base di un’analisi condotta dalla Community
spezzina, in collaborazione con il Centro Giuseppe Bono, si delineano due
scenari: il primo, il più allarmante, è quello che prevede un sempre più
massiccio dirottamento di traffico dal Canale di Suez alla rotta che prevede la
circumnavigazione dell’Africa. Il secondo, quello più tranquillizzante e in
parte confermato dalle voci su imminenti cessate il fuoco a Gaza, fa perno su
un progressivo ritorno alla normalità in Mar Rosso anche sulla base di una
considerazione da pochi valutata: il lasciapassare esclusivo alle navi cinesi
potrebbe generare un forte contrasto sulla libertà del commercio mondiale
alimentando la “voglia di dazi” sui prodotti cinesi, rilanciata recentemente da
Elon Musk.
“In entrambi i casi – afferma Laghezza – ci troveremo difronte alla necessità di ridisegnare complessivamente gli equilibri nell’interscambio mediterraneo, tentando, ed è questa la sfida, di esserne protagonisti e non soggetti passivi”.
Come? Valorizzando il peso del secondo
più importante distretto industriale d’Europa, quello del Nord Italia che non
può permettersi il lusso di subire gli extra costi della circumnavigazione e di
consegnarsi manu militari a una logistica del Nord Europa che oggi presenta più
problemi che certezze. Inoltre La Spezia risulterebbe l’ultimo scalo
mediterraneo “conveniente” per le navi che dovessero transitare via Gibilterra
(Algesiras è già congestionata).