5 febbraio 2024 - La Vicepresidente Confetra Betty Schiavoni è intervenuta al Forum ANSA sul trasporto merci green: “Il nostro settore è fortemente coinvolto sul tema della sostenibilità, ma ha anche la consapevolezza che energia e trasporti costituiscono elementi determinanti nell’inquinamento e nel rischio di alterazione dell’ecosistema.
Riconoscendolo, posso affermare che in tutte le modalità
si stanno sviluppando studi e approfondimenti sempre più significativi verso la
crescita della disponibilità di fonti energetiche alternative che le producono
e di tecnologie di mobilità che le utilizzano, con un impatto ambientale
complessivo sempre più basso e tendente a zero.
Ma quello che noi operatori viviamo tutti i giorni è ben
diverso da quello che ci viene raccontato in tema di decarbonizzazione; siamo
in presenza di una politica (europea e nazionale) della transizione basata su
una visione essenzialmente di carattere ideologico normativo e istituzionale e
non su un minimo di visione strategica e di politica nazionale di
decarbonizzazione dei trasporti, per individuare scelte capaci di ottimizzare
gli investimenti su scala nazionale e di dare maggiori certezze su un graduale
e sostenibile processo di cambiamento, che non può essere orientato solo
all’elettrificazione, ma deve puntare necessariamente anche ai biocarburanti.
Per un autotrasportatore cambiare una flotta significa
sostenere costi elevatissimi, sui quali il sostegno pubblico previsto nel
nostro paese è notevolmente più basso di quello disponibile in Germania,
Francia e Spagna, e il processo di adeguamento ai connessi fabbisogni di
produzione e di infrastrutturazione è ancora tropo lento e incerto.
Se guardiamo alle aziende italiane di trasporto, una
buona parte sono monoveicolari o con al massimo 5 automezzi e per la gran parte
di loro i costi della transizione sarebbero insostenibili. Nel complesso,
l’anzianità del parco veicolare italiano è mediamente di 14 anni e lo colloca
al 18° posto in Europa (fonte Aci 2022) e il 99% dei veicoli utilizza motori a
combustione.
Se crediamo
veramente che la transizione debba essere equa ed inclusiva, è ineludibile che
i policy makers nazionali ed europei predispongano un’agenda che prenda
seriamente in considerazioni gli impatti economici e sociali e gli sforzi che
in special modo il nostro Paese dovrà sostenere per conseguire l’obiettivo
della decarbonizzazione, secondo logiche di parità delle condizioni competitive
tra le nostre aziende e quelle europee. Servono certezze, buon senso e visione
strategica”.