25 gennaio 2024 – Un anno, il 2023, con diversi segni meno per il traffico portuale, ma è utile collocare il calo all’interno del quadro generale di crisi che sta mettendo a dura prova l’economia mondiale e i porti: dalla guerra russo-ucraina al conflitto in Medio Oriente, che hanno prodotto un rallentamento della crescita.
“Le tensioni geopolitiche e i conflitti in atto hanno creato ulteriori disruption che si sono aggiunte a quelle lasciate in eredità dal Covid. Basta guardare i dati per capire che la crisi è arrivata anche a Trieste e potrebbe durare nel tempo. Per questo dobbiamo saper diversificare per reagire agli shock. Nell’insieme però l’Adriatico orientale ha offerto una prova di forza, contenendo le perdite e investendo nel settore ferroviario e su nuove linee nell’area inframed con l’Egitto e il Marocco”, commenta Zeno D’Agostino, presidente dei porti di Trieste e Monfalcone.
Soprattutto i valori del traffico ferroviario del sistema
dei due porti confermano un trend di crescita nonostante il contesto socio
politico molto instabile. Nel 2023 lo scalo giuliano ha movimentato 8.979 treni
(-6,70%). Stiamo parlando di circa 640 treni in meno, ma va evidenziato che
molti terminal hanno messo a segno ottime performance (Molo VII, piattaforma
logistica, Seastock, terminal cereali) ed è partito il nuovo traffico dell’area
di FREEeste. Ribaltando il punto di osservazione e guardando al sistema nel suo
complesso, visto che l’obiettivo del settore è creare un network ferroviario
unico tra i due scali e gli interporti di Trieste-Fernetti e Cervignano, 12.379
sono stati i treni lavorati, un risultato record mai raggiunto prima che
conferma Trieste e Monfalcone primo sistema ferroviario d’Italia. Ma il numero
ancor più significativo riguarda il modal shift: il 54% dei container a Trieste
nel 2023 ha usato la ferrovia. Questo risultato già oggi supera la quota che
l'UE ha posto come obiettivo del traffico ferroviario europeo di merci per il
2050 del 50%, un grande risultato anche in termini di sostenibilità ambientale.
Per quanto riguarda i volumi totali, lo scalo giuliano
chiude il 2023 con 55.624.925 di tonnellate di merce movimentate e una
diminuzione del 3,42% rispetto all’anno precedente: in valore assoluto si
tratta di quasi 2 milioni in meno sul 2022. Includendo anche la performance di
Monfalcone, si superano invece i 59 milioni: numeri sono al di sotto dei valori
pre-pandemia (quando erano stati movimentati 66 milioni di tonnellate nei due
porti), ma in linea con la crisi in atto.