Fino al prossimo 18 dicembre, infatti, nessun mezzo potrà transitare all’interno del tunnel, dove verranno effettuati importanti lavori di manutenzione che si ripeteranno, sempre per periodi di 3-4 mesi, nei prossimi 18 anni.
Per dare un’idea dell’importanza del “Monte Bianco” per gli scambi commerciali basti pensare che, nel 2022, secondo i dati pubblicati da SITMB, la Società Italiana del Traforo del Monte Bianco, si sono registrati transiti di mezzi pesanti per 571897 unità, in calo dell’8,1% rispetto al 2021 anche per via delle prime, significative chiusure per attività manutentive. 2023, invece, che ha fatto registrare, nei primi 4 mesi, dati in netta crescita (+16%) rispetto allo stesso periodo del 2022.
“Si tratta di una situazione molto complicata e preoccupante – dice Giampaolo Botta, Direttore Generale Spediporto – Il Traforo è, sicuramente, una delle grandi infrastrutture “malate”, che necessita di una profonda manutenzione anche per adeguarla ai più moderni standard di sicurezza. Il problema è che queste chiusure finiscono per delineare una “tempesta perfetta” proprio nel Nord Ovest italiano, il territorio che dovrebbe rappresentare il motore dell’economia nazionale e dove, invece, le infrastrutture sono in condizioni a dir poco precarie. Infatti anche il Traforo del Frejus resterà chiuso per un paio di settimane e, comunque, ha una limitata capacità di assorbimento dei traffici che solitamente utilizzano il Monte Bianco; in più, nel torinese, sono in atto diversi interventi di manutenzione della rete autostradale per tacere, poi, di quelli in territorio ligure”.
Un quadro a tinte fosche, dunque, con i mezzi pesanti che non avranno praticamente alternative per muoversi tra l’Italia, la Francia e la Svizzera considerando, appunto, i problemi del Frejus e le chiusure invernali dei valichi del Piccolo e del Gran San Bernardo.
Ma quali saranno gli effetti per la Liguria? Botta parte da un elemento emerso anche nel recente incontro di Lugano “Un mare di Svizzera”:
“Genova e Savona sono ormai i porti di riferimento per questo asse di traffico; il rischio è, dunque, che si registrino fortissimi rallentamenti, peraltro, in quadro viario generale caratterizzato da numerosi cantieri aperti”.
E c’è anche un aspetto “cronologico” da non sottovalutare: si avvicina, infatti, il picco dei traffici, in vista del Natale e, dunque, la situazione rischia di diventare esplosiva.
Il Direttore Generale di Spediporto lancia, infine, un appello:
“E’ un’emergenza pesantissima e bisogna affrontarla subito, sia perchè i lavori di manutenzione del Traforo del Bianco dureranno anni, sia perché, purtroppo, le ferrovie non possono rappresentare, al momento, un’alternativa valida al trasporto via gomma”.