18 ottobre 2023 -La Calabria ha risposto oltre ogni aspettativa e si è stretta intorno al suo porto. Ieri, di fronte il gate dello scalo portuale di Gioia Tauro, hanno voluto essere presenti centinaia e centinaia di manifestanti per dire che “Il porto di Gioia Tauro non si ferma”.
“Dopo aver doverosamente sensibilizzato Governo nazionale e Commissione Europea, anche suggerendo soluzioni condivise con altri porti europei coinvolti - spiega il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio Andrea Agostinelli - abbiamo inteso promuovere una manifestazione spontanea davanti al nostro “gate portuale”, che ha visto un’altissima e autorevole partecipazione, con il coinvolgimento dei livelli apicali della politica calabrese, delle istituzioni locali, parlamentari, delle forze produttive e di tutte le organizzazioni sindacali, durante la quale l’intera Regione si è stretta intorno al proprio porto ed ai suoi lavoratori, confidando che una azione politica trasversale ed unita possa riflettersi, a livello di Unione europea, in un sollecito “riesame” della Direttiva ETS”.
Tra i presenti, il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, numerosi esponenti delle istituzioni regionali, parlamentari ed europarlamentari calabresi, oltre 50 sindaci, tutte le sigle sindacali, le imprese portuali, tra le quali l’azienda Tonno Callipo, con 52 dipendenti accompagnate dal presidente Pippo Callipo.
Tra le associazioni di categoria, ha partecipato Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, e quindi l’intera comunità portuale.
Tutti insieme, in una coloratissima manifestazione di fronte al gate portuale, hanno fatto cerchio intorno al porto di Gioia Tauro che offre lavoro a circa 4 mila addetti tra diretto ed indotto, produce quasi il 50% del Pil privato calabrese e rappresenta la più grande piattaforma logistica dell’Italia e dell’Europa meridionale, uno dei più grandi hub portuali del Mediterraneo.
“La Direttiva 2023/959 “Emission Trading Scheme”, cui deve essere riconosciuto il merito di perseguire interessi nobili quali la tutela dell’ambiente, tuttavia preoccupa, e non poco, l’assetto della logistica europea con il rischio di un effetto distorsivo nel settore strategico dei trasporti marittimi. - continua Agostinelli - Le stesse Istituzioni europee sono consapevoli del rischio di delocalizzazione degli hub di transhipment europei, tanto da aver previsto una norma specifica antievasione che, sebbene comprovi la fondatezza del rischio, non risolve assolutamente il problema, poiché mantiene un favor ai porti nord-africani in tema di rimborso delle emissioni prodotte”.