5 settembre 2023 – ANITA apprezza le iniziative che il
Ministro Salvini ha intrapreso da tempo sulla situazione dei valichi alpini per
gestire le criticità legate all’imminente chiusura del Monte Bianco, alle
ripercussioni che da essa deriveranno soprattutto sui traffici al Frejus, alle
limitazioni unilaterali imposte dal Tirolo ed alla circolazione dei mezzi
pesanti lungo l’Asse del Brennero.
“Per la nostra Associazione il fluido attraversamento
dell’intero arco alpino è una questione che merita di essere posta al centro dell’agenda
politica nazionale, in quanto di cruciale importanza per il settore del
trasporto e dell’industria italiana. Siamo un Paese che intrattiene intensi
scambi commerciali con gli Stati dell’UE e le Alpi rappresentano la connessione
fisica tra i mercati produttivi e di consumo, italiani ed europei” - dichiara
il Presidente di ANITA Riccardo Morelli.
Una questione molto sentita da ANITA, che solo pochi mesi
fa aveva organizzato il convegno “Le Alpi al centro delle politiche di
trasporto per la competitività dell’economia italiana” proprio per discutere
con le istituzioni e gli operatori del trasporto dei delicati equilibri che
governano la mobilità delle merci sull’arco alpino.
I recenti eventi del deragliamento del treno al San
Gottardo, della chiusura del Traforo del Frejus per la frana nella regione
della Maurienne, della annunciata chiusura del Monte Bianco, uniti alle annose
restrizioni sul corridoio del Brennero su cui appare ormai improcrastinabile il
ricorso alla Corte di Giustizia europea,
dimostrano la fragilità del trasporto internazionale di merci su strada e per
ferrovia su tutto l’arco alpino e gli effetti negativi sull’economia e sul
territorio che ne derivano.
“Abbiamo un problema serio da affrontare per garantire
gli interscambi ed evitare il rischio di isolamento del nostro Paese dai
mercati europei – prosegue Morelli – e bene ha fatto il Vicepremier e Ministro
delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ad affrontare il tema a
360°, guardando sia al versante francese, sia a quello austriaco e lo invitiamo a valutare l’attivazione di un
corridoio straordinario con la Svizzera quantomeno per gestire situazioni di
emergenza come quelle attuali. Permangono inoltre la necessità di un ruolo
incisivo delle Istituzioni europee nel coordinamento delle politiche degli
Stati interessati dall’attraversamento delle Alpi, così come le esigenze di
ammodernamento e sviluppo delle infrastrutture stradali e ferroviarie da
soddisfare per centrare gli obiettivi europei sulle TEN-T, sullo shift modale e
sulla diffusione di una mobilità green.”