27 maggio 2023 - Sommando i dati relativi alle differenti componenti del fattore mare, l’incidenza sul Pil dell’Italia varia fra il 24 e il 26%. Come dire che ogni euro su 4 prodotti in Italia…sa di sale. Il tutto senza contare l’incidenza strategica determinata ad esempio dal fatto che oltre il 90% dell’interscambio mondiale viaggia via mare e transita attraverso i porti e che il turismo via mare (come le crociere o lo yachting) ha un effetto promozionale straordinario sul Made in Italy, generando ricadute commerciali o spingendo i turisti esteri ad approfondire la conoscenza dell’Italia.
Il turismo marittimo, nonostante i suoi 130 miliardi di fatturato, 2,2 milioni di occupati e una quota sul turismo nazionale che varia dal 30% al 40%, è sottostimato: eppure nonostante cresca molto lentamente proprio per le criticità anche relative alla logistica dei turisti e all’ospitalità, rappresenta da solo l’11% del Pil nazionale. Sotto quotata anche l’industria agroalimentare alimentata dal turismo costiero.
Ignorata nelle statistiche l’industria della difesa e la sua funzione duale proprio sul mare; sottovalutato il ruolo del mare nel campo dell’energia e degli approvvigionamenti energetici.
Epurata dal computo del fatturato mare, tutta la logistica da e per i porti, per gli interporti e i centri merce in diretta connessione con i traffici marittimi.
Secondo un’analisi di base svolta dal Centro Giuseppe Bono, che, sotto la guida del Presidente, il Cavaliere del Lavoro Massimo Ponzellini, ha lanciato ieri a Genova il primo Mare Global Forum, con l’obiettivo primario di mettere in contatto tutte le associazioni (e sono più di 400), le imprese e i professionisti che operano o hanno diretta connessione con il mare, questo enorme asset nonostante incida sul Pil per oltre un quarto del valore complessivo, è stato negli ultimi decenni drammaticamente sottostimato nelle sue potenzialità.
E proprio la necessità di invertire rotta e di svegliare una sensibilità marittima in un Paese che per oltre 50 anni si è dimenticato del mare, hanno improntato gli interventi durante il convegno che ha visto, fra l’altro, il Capo di stato maggiore della Marina Militare, Ammiraglio Enrico Credendino, che, numeri alla mano, ha fornito conferme choc sull’importanza del mare per un paese come l’Italia. Paese dove quasi 17 milioni di abitanti, pari a oltre il 30% della popolazione, vivono in una fascia di 300 metri dalla costa, l’80% vive entro i 200 km dalla costa.
E del mare risultano a malapena, e saltuariamente, gli aspetti superficiali: quando nel mondo il 98% delle telecomunicazioni digitali viaggia tramite dorsali marine, con 552 cavi marini stesi sui fondali per oltre 1,4 milioni di chilometri. Nel 2023 attraverso questa rete di cavi risulteranno transitare un trilione di transazioni per un valore di 10 trilioni di dollari.
E questi cavi come tutti gli impianti sottomarini (gasdotti, oleodotti ed elettrodotti) rivestono un enorme valore strategico e richiedono una vigilanza costante da parte delle Marine Militari.