16 maggio 2023 - Ripensare il confronto tra aziende Tpl e organizzazioni sindacali, incrementare i salari e attenzione agli equilibri di bilancio delle aziende Tpl. Gli accordi di secondo livello? Non sono la soluzione, anzi.
È quanto emerge dallo studio realizzato da Basco&T Consulting, primaria società di consulenza nel settore del trasporto pubblico locale, che restituisce un’interpretazione unitaria e complessiva della situazione di deficit di autisti riscontrato in molte città e regioni italiane e lancia l’allarme per l’età media del personale in servizio che risulta essere sempre più alta (i possessori di CQC con meno di 24 anni sono solamente lo 0,4%), a fronte di stime che richiederebbero il reclutamento di 15mila profili nel prossimo triennio.
Lo scarso interesse verso questa specifica professione è riconducibile alla perdita del suo potere di acquisto che, nonostante gli aumenti dei rinnovi del Contratto Nazionale Autoferrotranvieri, è andato gradualmente a deteriorarsi a seguito dell’aumento dell’inflazione. Non va inoltre tralasciato che sullo stipendio in generale incide in maniera non marginale il cuneo fiscale: ad esempio, per un lavoratore italiano standard (nubile/celibe e senza figli a carico) impatta nell’ordine del 46,5%.
La causa principale della carenza degli autisti, che emerge dallo studio di Basco&T Consulting, riguarda però gli accordi di 2° livello, stipulati tra datore di lavoro e sindacati, e che consentono di derogare rispetto al CCNL di riferimento. Nella maggior parte dei casi, infatti, il confronto tra aziende Tpl e organizzazioni sindacali non ha prodotto un effettivo efficientamento nella gestione del personale viaggiante, finendo per incidere negativamente sulla prestazione lavorativa e senza produrre vantaggi economici sostanziali per gli autisti.
Nel dettaglio, è stata irrigidita la costruzione dei turni di lavoro per le aziende Tpl determinando, a parità di prestazione, un aumento del costo del personale. Se infatti la durata dell’orario di lavoro del personale viaggiante, da Contratto Nazionale Autoferrotranvieri, è fissato in 6,40 ore giornaliere o 40 ore settimanali, per effetto degli accordi integrativi, che tendono a ingessare la pianificazione, in alcuni casi la guida effettiva si è ridotta del 30% - 40%. La stessa situazione si ritrova nell’ambito dei giorni lavorabili (cioè i giorni totali annui per i quali il personale viaggiante è disponibile per svolgere il servizio): da circa 270 giorni la presenza media degli autisti, in alcune realtà, scende a 210-230 giorni (valori pre-pandemia).