17 dicembre 2022 – Mario Mattioli è stato confermato all’unanimità per un terzo mandato biennale quale presidente della Federazione del sistema marittimo italiano (Federazione del Mare), l’organizzazione che riunisce il cluster nazionale delle attività marittime. Confermati anche i vicepresidenti Anton Francesco Albertoni (Confindustria Nautica), Luigi Giannini (Federpesca) e Claudio Graziano (Assonave).
Nel corso della riunione, svoltasi a Roma in modalità ibrida con la partecipazione di quasi tutti i suoi componenti, il Consiglio ha deliberato l’adesione di ANGOPI - Associazione Nazionale Gruppi Ormeggiatori e Barcaioli Porti Italiani e UNEM - Unione Energie per la mobilità, i cui rispettivi Presidenti, Paolo Podestà e Claudio Spinaci entrano a far parte del Consiglio della Federazione.
Nel ringraziare il Consiglio per la rinnovata fiducia, il Presidente Mattioli, ribadendo il ruolo della Federazione del Mare, costantemente presente e che fa sentire la propria voce, ha proposto una rivisitazione della sua governance.
A tale scopo, ha proposto la costituzione di un gruppo di lavoro che proporrà agli associati della Federazione una modernizzazione statutaria per rendere ancor più efficace la sua azione e per rafforzare sempre più la rappresentanza di tutta l’economia marittima presso le Istituzioni, l'opinione pubblica e le altre realtà associative, in Italia e all'estero.
“Alle nostre spalle lasciamo anni molto difficili che hanno impresso un cambiamento epocale in tutto il mondo e in tutti i settori dell’economia, in primis in quello marittimo - ha affermato il presidente Mario Mattioli – Dopo due anni di crisi a causa della pandemia da Covid, che ha rallentato se non addirittura arrestato le economie, ora il ritorno della guerra nel continente europeo condiziona tutte le attività, con aumenti vertiginosi dei prezzi delle materie prime e dell'energia, causa di un'inflazione che non si vedeva da decenni, con interruzioni nelle catene di approvvigionamento, in larga misura conseguenza di tensioni geopolitiche che si fanno sempre più aspre. Tutto questo si innesta in un contesto di cambiamento climatico, che ci impone di ridurre l'impatto ambientale del settore marittimo, e non solo”.