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Molteplici progetti costieri per il GNL per una domanda superiore a qualsiasi offerta


7 dicembre 2022 - Con la definitiva rinuncia ai rifornimenti del gas dalla Russia, si è aperto un nuovo grande gioco geo-economico basato sugli approvvigionamenti di GNL. La Calabria, al centro del Mediterraneo, potrebbe ricoprire una posizione di rilievo su uno scacchiere in cui il numero dei giocatori è destinato a crescere. La guerra in Ucraina e l’aumento dei costi energetici degli ultimi mesi, hanno ribadito un punto: la transizione energetica non potrà prescindere dal gas naturale, vero e proprio ponte tra le esigenze del presente e gli obiettivi ambientali fissati a livello internazionale, ma potrà aspirare ad un mondo a zero emissioni fossili. 

 Va in questa direzione, ad esempio, la crescita del 40% dei progetti per la rigassificazione in Europa certificata recentemente dalla società di intelligence ICIS. Così come, su un piano molto più concreto, il mega-contratto stipulato in questi giorni tra Germania e Qatar per la fornitura per i prossimi quindici anni di GNL proveniente dal North Field, il più grande giacimento al mondo di metano. Il gas tedesco sarà trasportato via nave, attraverso il Canale di Suez, per essere consegnato negli impianti di rigassificazione in via di completamento nel Mare del Nord. 

A conferma del ruolo strategico che il Mare nostrum, con una crescita esponenziale prevista della domanda, giocherà sul breve – medio periodo così come sottolineato anche nel IV Rapporto Med&Italian Energy di SRM (Gruppo Sanpaolo) presentato ai primi di dicembre al Parlamento europeo. 

 Nel nuovo risiko energetico, in particolare, il bacino mediterraneo ricoprirà una doppia funzione: spazio attraversato dalle principali rotte di rifornimento e area infrastrutturata, attraverso i porti, per distribuire e/o rigassificare il GNL a beneficio dei territori interni e dell’industria dei trasporti. Una situazione inedita e piena di prospettive, soprattutto per la Calabria, la cui posizione geografica baricentrica, rispetto a Suez, ne fa un naturale hub di riferimento per tutto il Sud Italia. 

 Attualmente, dalle dichiarazioni dello stesso presidente della Regione, Roberto Occhiuto, l’attenzione è rivolta principalmente al porto di Gioia Tauro. È qui che l’impianto di rigassificazione progettato da Iren e Sorgenia potrebbe supplire a un terzo delle importazioni di gas italiano non più assicurate dalla Russia, mettendo la Calabria al centro della strategia energetica del Paese. Inoltre, il collegamento ad una “piastra del freddo” all’interno dell’area portuale potrebbe attrarre investimenti per la realizzazione di un importante distretto agro-alimentare.

 A frenare il progetto, la solita lentezza dei processi burocratici e, in particolare, l’inserimento dello stesso nelle “opere strategiche” indicate dallo Stato. Ma le iniziative per trarre giovamento dallo sviluppo dei nuovi processi economici legati alla rivoluzione energetica in atto non si fermano solo sul versante tirrenico. 

A Crotone è stato presentato fin dal 2017 un progetto per la realizzazione di un deposito di GNL small scale che contribuirebbe ad alimentare ulteriormente i fabbisogni del territorio senza per questo interferire con gli obiettivi strategici perseguiti dalle opere di portata maggiore. L’idea presentata da Ionio Fuel nell’ex area industriale di Crotone punta ad attivare attraverso l’import energetico una serie di attività già collegate allo scalo pitagorico e di favorirne lo sviluppo di nuove. 
 “Il nostro deposito facilmente raggiungibile dalle rotte di navigazione che dal Medio Oriente passano per Suez potrà gestire fino a mezzo milione di tonnellate di GNL l’anno,”
 spiega Luigi Vartuli, A.D. di Ionio Fuel.
 “Il gas potrebbe servire da una parte l’industria crocieristica, sempre più votata a sfruttare il GNL come carburante più pulito rispetto al tradizionale gasolio marittimo, rafforzando la posizione del porto di Crotone all’interno dei circuiti internazionali, dall’altro il trasporto pesante su strada, settore che ha puntato anch’esso sulle trazioni a GNL per diminuire il proprio impatto ambientale”. L’infrastrutturazione energetica, dunque, pensata non solo come reazione all’emergenza contingente ma anche come fattore di accelerazione di sviluppo economico e traino per una rifunzionalizzazione di ampie aree del territorio regionale alla ricerca di una nuova vocazione o di un’interpretazione contemporanea di quelle tradizionali. Ne è convinto Vartuli che chiede l’apertura di un “dibattito pubblico tra cittadinanza, istituzioni e forze imprenditoriali per delineare il futuro della provincia pitagorica”. 
Senza timori di inutili duplicazioni o sovrapposizioni rispetto ai progetti di hub energetici pensati a Gioia Tauro o, per restare sullo Ionio, a Taranto. 
 “La crescita di domanda di GNL rispetto alla scarsa offerta presente lungo le coste della penisola non mette assolutamente in competizione il progetto Ionio Fuel tra i vari progetti presentati,”
 conclude.
 “Anzi, così come hanno dimostrato le grandi infrastrutture nella storia del nostro Paese, a cominciare dalla costruzione dell’Autostrada del Sole che quando si costruì si diceva che fosse inutile, così i progetti dei depositi costieri di GNL al Sud, tra cui quello dalla società Ionio Fuel di Crotone, sono l’occasione per uno sviluppo duraturo dei territori”.

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