21 dicembre 2022 - Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma Assiterminal.
Con l’ingresso del Gruppo Midolini Spa, Alkion di Vado Ligure e Gruppo Amoruso di Salerno Assiterminal chiude il 2022 con un attivo di 83 operatori portuali associati: imprese portuali (operazioni e servizi), Terminal Operators e Stazioni Marittime presenti in 30 porti, 4700 persone che ogni giorno contribuiscono a movimentare il 60% dei container nei porti gateway, il 70% delle merci alla rinfusa, con una costante crescita del break bulk, l’80% del trasporto automotive, ovvero ampiamente più del 60% delle tonnellate complessive di merci che transitano da e per i porti italiani, nonché il 90% dei passeggeri crocieristi e più del 50% del traffico delle autostrade del mare e RoRo, per un fatturato complessivo superiore al miliardo di euro e un valore economico prodotto oltre i 150 miliardi di euro.
Due anni di pandemia, crisi energetica e conflitto ucraino!
L’evolversi della situazione economico-finanziaria del Paese e gli scenari internazionali che impattano su produzione e consumi continuano a mettere a dura prova la pianificazione organizzativa e finanziaria delle nostre aziende.
E’ vero che si leggono dati aggregati incoraggianti sui volumi di traffico del 2022, su cui Assiterminal ha già avuto modo di dissentire in termini di metrica e di reali effetti sulla marginalità caratteristica delle aziende di settore: comunque siamo tornati poco più che al 2019 e certamente non per tutti i nostri comparti (crociere ancora a -35%, con più transiti e meno home port).
Anche alla luce di questo non è accettabile immaginare per il 2023 un’indicizzazione orizzontale dei canoni concessori al + 25.5%, dopo un + 7.95% nel 2022.
È evidente a tutti che traffici e fatturati caratteristici non sono cresciuti del 32% rispetto al 2019; comunque ogni situazione dovrebbe essere valutata caso per caso.
C’è qualcosa che non va!! Non solo abbiamo già rappresentato in ogni sede la necessità di rivedere i criteri di determinazione dei canoni (anche alla luce della sentenza UE sulla natura dei canoni concessori e ancor più in vista dell’emanazione del regolamento concessioni) ma oggi con forza chiediamo al Governo e al Parlamento che sia adottato immediatamente un qualunque provvedimento che impedisca il prefigurarsi di questo scenario che metterebbe evidentemente in discussione tutte le concessioni demaniali portuali e i rispettivi Piani Economico Finanziari, quantomeno dal punto di vista del loro riequilibrio.
Sappiamo che la politica, il MIT e il Vice Ministro Rixi – che ringraziamo - stanno lavorando su questo con il supporto nostro e delle altre associazioni della portualità, unite dallo stesso obiettivo: ma le nostre aziende hanno bisogno di risposte.
Auspichiamo un confronto serrato, avviato con il Tavolo del Mare, a partire dal tema dell’inserimento dei privati nelle comunità energetiche portuali, con l’obiettivo di ampliare la platea degli attori, consentire una contrazione dei tempi di attuazione garantendo anche un recupero sui canoni degli investimenti effettuati; inoltre, in ottica pnrr (visto che si parla di modifiche anche in sede europea) occorre rivedere la destinazione dei fondi con il coinvolgimento dei privati lasciando ovviamente la gestione e la regia degli investimenti a livello centrale e alle adsp: a titolo di esempio se quanto previsto in tema di elettrificazione delle banchine non fosse sufficiente alla luce anche dei recenti aumenti di tutti i costi, in presenza di altri investimenti ritenuti meno importanti ed urgenti, si potrebbero concentrare risorse disponibili sul tema della transizione energetica, incentivando anche il privato, a fronte di investimenti pubblici maggiori, ad investire esso stesso sul medesimo processo, quantomeno per rendersi energeticamente autonomo.
È evidente che ribadiamo la necessità che la regia delle scelte strategiche e della pianificazione, nonché del controllo e delle vigilanza della portualità restino, potenziate nelle loro efficacia, in capo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e che il tema delle autonomie differenziate si concentri pure su asset non così strategici per lo sviluppo del sistema Paese.
Assiterminal