5 novembre 2022 - A riprova del contributo del turismo e dell’industria alberghiera al PIL del paese, arriva la stima preliminare dell’Istat relativa al periodo luglio settembre che vede un inatteso aumento dello 0,5% rispetto al trimestre precedente in molta parte dovuto all’aumento marcato dei servizi e del turismo in particolare come sottolineato dallo stesso ente.
Un contributo importante all’economia che permette di compensare almeno in parte la contrazione di altri settori.
L’attività è ripartita, ma il quadro per gli operatori alberghieri è davvero così roseo? La domanda turistica è ancora sostenuta e questo apre evidentemente a buone prospettive per il futuro, ma i costi energetici mettono a dura prova la tenuta delle imprese che, va ricordato, vengono da oltre due anni di gravissima crisi di fermo pressoché totale da marzo 2020 a marzo 2022.
“I numeri registrati sino ad oggi, benché positivi, ancora non hanno riportato i livelli a quelli del 2019 e il rischio per i prossimi e che la flessione fisiologica della domanda unita all’aumento dei costi legati al maggior utilizzo dell’energia nella stagione invernale metta a rischio l’operatività delle imprese. Per il futuro prossimo abbiamo un potenziale interessante, con una domanda sostenuta che arriva anche dai mercati esteri, però è necessario mettere in sicurezza le aziende con un provvedimento robusto contro il caro energia. Per questo diventa imprescindibile chiedere al Governo quali saranno le misure adottate per dare certezza alle imprese e permettere la continuazione delle attività – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.”