17 agosto 2022 - A partire dal 1998 e con continuità tra il 2012 e il 2021, attraverso l’Indagine multiscopo “Aspetti della vita quotidiana” l’Istat rileva la percezione dei cittadini rispetto alle tematiche ambientali. Negli ultimi anni è stata introdotta anche una batteria di quesiti relativi ai comportamenti ecocompatibili. La percezione dei problemi ambientali è legata a esperienze, conoscenze e attitudini personali ma è anche influenzata dai media e dai temi di politica pubblica.
Insieme ai dati di natura amministrativa è quindi considerata un importante strumento per il decisore politico. Lo studio di comportamenti ambientali, stili di vita e di consumo della popolazione ha inoltre rilevanza in termini di sostenibilità ambientale, di benessere sociale e qualità della vita.
Nel 2021, i cambiamenti climatici si confermano al primo posto tra le preoccupazioni per l’ambiente: così si esprime oltre la metà della popolazione di 14 anni e più (51,5%). Seguono i problemi legati all’inquinamento dell’aria.
Queste preoccupazioni sono però meno sentite negli ultimi tre anni, soprattutto al Nord e nel Mezzogiorno, in particolare nei grandi comuni.
Al terzo posto, leggermente distaccata, si colloca la preoccupazione per lo smaltimento e la produzione dei rifiuti (44,1% degli over14). Ulteriori fattori di rischio ambientale a livello globale vengono percepiti nell’inquinamento delle acque (40,1%) e nell’effetto serra e buco nell’ozono (34,9%).
Gli altri problemi ambientali preoccupano meno di tre persone su 10. In fondo alla graduatoria vi sono le preoccupazioni del futuro che coinvolgono una quota ristretta di persone, come le conseguenze del rumore sulla propria salute e la rovina del paesaggio, quest’ultima percepita in modo crescente nelle regioni con vocazione turistica, come Trentino-Alto Adige, Veneto, Marche, oppure in regioni industrializzate come la Lombardia.