1 giugno 2022 - L’ultima congiuntura Flash elaborata dal Centro Studi Confindustria, che analizza l’andamento degli indicatori economici per il secondo trimestre 2022, a fronte di un quadro complesso per molta parte dell’industria italiana, registra un possibile rimbalzo dei servizi, spinto dall’attesa di un recupero più robusto del turismo, grazie al calo di contagi e restrizioni. Lo scorso anno l’intero 1°semestre 2021 era sostanzialmente andato perso per il settore alberghiero.
Dopo oltre due anni di fermo, il settore ha recuperato finalmente vitalità, malgrado siano molti i mercati esteri ancora chiusi. Ma il problema legato alla mancanza di personale rischia di frenare la ripresa – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.
Il ritorno all’operatività delle imprese, che speriamo sia definitivo, ha portato purtroppo in luce un problema che già da tempo consideriamo come un’urgenza, ovvero la scarsa reperibilità di forza lavoro da occupare nelle strutture alberghiere.
Molte figure professionali, alla luce delle incertezze generate dalla pandemia, hanno scelto di intraprendere percorsi lavorativi nuovi e diversi in altri ambiti capaci di garantire l’occupazione lì dove il turismo invece rimaneva in stallo.
Un problema che ha radici lontane, ma che la crisi Covid ha portato a livelli insostenibili.
Molte le cause: da quanti nei lunghi mesi della crisi hanno dovuto scegliere altri lavori, al rallentamento della formazione condizionata dalle norme di contrasto alla epidemia, all’effetto di bonus e indennità che hanno eroso l’attrattività del settore, fino al tema del cuneo fiscale che ancor più in questo ambito grava comunque come un convitato di pietra sui nostri contratti di lavoro – prosegue la Presidente Colaiacovo.
Secondo il rapporto Ocse “Taxing wages 2022” (riferito all'anno 2021) “Il cuneo fiscale in Italia è ancora molto al di sopra della media degli altri paesi Ocse: 46,5% contro il 34,6%. L'imposta su reddito e contributi previdenziali del datore di lavoro rappresentano insieme l'84% del cuneo fiscale totale contro il 77% di quello medio totale dell'Ocse”.