17 gennaio 2022 –
“Il 2021 si è chiuso con dati non confortanti per le imprese di trasporto di persone con autobus che, dopo la ripresa degli spostamenti in primavera-estate, sono state travolte dalla recrudescenza epidemiologica abbattutasi già dal novembre scorso. Ci attendevamo misure nella recente legge di Bilancio che garantissero un adeguato ristoro alle imprese delle rilevantissime perdite registrate anche nel 2021 a causa del perdurare della pandemia e della paura ingenerata nell’utilizzo della mobilità collettiva, oltre che delle misure di prevenzione del contagio via via più restrittive”.
Lo afferma Giuseppe Vinella, presidente Anav Confindustria.
Anav rileva che il TPL ha chiuso l’anno con una perdita del 50% ricavi, pari a circa due miliardi di euro, mentre i fondi residui per le compensazioni sono di 200 milioni di euro, considerata la necessità di rifinanziare per l’anno in corso i servizi aggiuntivi di TPL.
Il trasporto commerciale con autobus di linea e di noleggio ha registrato un calo della domanda su base annua di oltre il 50%, con un’analoga perdita di fatturato che – pur considerando i costi cessanti di produzione del servizio, in particolare riferibili al ricorso agli ammortizzatori sociali covid– è pari a circa un miliardo di euro.
“Purtroppo il nuovo anno è iniziato in maniera molto negativa per le nostre imprese – precisa Vinella. Gli spostamenti delle persone sono al minimo, il turismo è fermo, le città vuote e la dinamica dei contagi non lascia intravedere una ripresa a breve”.
Il trasporto commerciale con autobus è in ginocchio, le imprese hanno dovuto ridurre al minimo e a volte sospendere l’attività, senza neanche poter far ricorso al trattamento ordinario di integrazione salariale con causale Covid-19 terminato il 31 dicembre scorso. I servizi di TPL viaggiano invece a pieno regime, per garantire il diritto alla mobilità e, in particolare, per le categorie più fragili e gli studenti per la fruizione della didattica in presenza.
I costi di gestione sono esplosi per le importanti misure di prevenzione del contagio adottate e per il fortissimo incremento dei prezzi energetici e del gasolio, ma la domanda resta a livelli pari alla metà di quelli ante Covid e le perdite di ricavi sono ancora maggiori per la crescente diffusione dei fenomeni evasivi.