Fanno oggi parte di UIR gli interporti di Bari, Bologna, Catania, Cervignano, Gorizia, Livorno, Marcianise, Mortara, Nola, Orte, Padova, Parma, Pordenone, Portogruaro, Porto Marghera, Prato, Rivalta Scrivia, Rovigo, Torino, Trento, Trieste, Vado Ligure, Venezia e Verona.
Con oltre 32 milioni di metri quadri di aree per la logistica e 5 milioni di metri quadri di magazzini, 50.000 treni arrivati/partiti ed oltre 65 milioni di tonnellate di merci (più di 2 milioni di TEU) annui, il sistema interportuale è, quindi, un assoluto protagonista della Logistica in Italia e, anche in chiave di programmazione PNRR, può rivestire un ruolo strategico in futuro per lo sviluppo del comparto logistico e del sistema industriale italiano.
Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, gli interporti contribuiscono ad evitare che una serie di costi esterni possano ricadere sulla comunità. Utilizzando i dati di traffico 2020, per il mondo appartenente a UIR, secondo stime favorisce una riduzione di circa 1.500.000 tonnellate di CO2 (500 milioni di Euro non ricaduti sulla collettività) derivanti dallo spostamento del traffico merci dalla gomma alla ferrovia.
“I numeri di UIR e le nuove richieste di adesioni confermano – sottolinea il presidente Matteo Gasparato - il cambio di passo impresso all’associazione che ci ha consentito di fare un salto di qualità. L’associazione, infatti, si è dotata di una nuova struttura organizzativa, con il segretario generale Marcello Mariani, ed è proiettata verso l’obiettivo della definitiva consacrazione del ruolo delle strutture interportuali in Italia, quali infrastrutture strategiche nazionali e servizi essenziali”.